di Cetty D’Angelo

Pieces of a Woman è un film del 2020 prodotto da Martin Scorsese e diretto dal regista Kornél Mundruczó. Il film, prima pellicola in inglese del regista ungherese, è stato presentato alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, durante la quale Vanessa Kirby è stata premiata per la migliore interpretazione femminile. L’attrice è stata candidata anche ai Golden Globe. La sceneggiatura di Kata Wéber è ispirata ad una vicenda realmente vissuta da lei e dall’ex marito Kornél Mundruczó.
Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) sono una coppia affiatata e stanno aspettando il loro primo figlio. Per la nascita del bambino i due optano per un parto in casa. Il giorno del parto Martha chiama la sua ostetrica, ma, poiché questa è impegnata in un altro parto, verrà mandata un’altra ostetrica in sostituzione, Eva. Durante il parto in casa qualcosa va storto, ma l’ostetrica non chiama i soccorsi in tempo e la bambina muore. Il dolore per la straziante perdita della sua bambina porterà Martha a chiudersi in se stessa e ad allontanarsi non solo dai familiari ma anche dallo stesso compagno.
L’inizio del film difficilmente potrebbe passare inosservato: si tratta di un lunghissimo piano sequenza in cui viene ritratto l’intero parto, alla fine del quale lo spettatore si sente quasi “sfinito”. Questo espediente tecnico crea una scena dal realismo sbalorditivo in cui lo spettatore è proiettato nell’intimità ed emozionalità della coppia e quasi rivive sulla sua stessa pelle il travaglio di Martha, la cui interpretazione di Vanessa Kirby è eccezionale. Dopo la prima scena, caratterizzata dal prevalere di colori caldi, volti a ricreare il calore del focolaio familiare che avrebbe dovuto accogliere il nascituro, il film cambia forma e tono e le scene e le inquadrature perdono un pò di originalità. L’atmosfera intima e ardente della prima scena lascia spazio a scenari più asettici, che descrivono un ritorno ad una quotidianità, che per i protagonisti si è svuotata di senso. L’impenetrabilità di Martha e l’incomunicabilità del suo dolore sono ora resi da inquadrature meno coinvolgenti e da una prevalenza di tinte fredde. Il finale del film è ambiguo, ma sembrerebbe descrivere una rinascita e sullo schermo ritornano i colori.
Con ‘Pieces of a Woman’ , ha sottolineato Mundruczó, “volevamo realizzare una storia autentica su una tragedia e su come imparare a convivere con quel dolore. Una perdita sfugge alla nostra comprensione o al nostro controllo, ma porta con sé la capacità di rinascere”.