di José Trovato

Agira. Da giorni al centro della polemica per la decisione di revocare, con una delibera, la prosecuzione del lavoro degli Asu, 28 agirini che da tanti anni operano presso il Comune, il sindaco di Agira Maria Greco spiega in un’intervista esclusiva concessa a EnnaOra, ciò che ha scritto qualche giorno fa su Facebook: i lavoratori, in buona sostanza, non rischierebbero di finire in mezzo alla strada, come si è temuto da più parti. O il Comune se ne farà carico stabilizzandoli autonomamente, strada che l’ente intraprenderà senza indugi se non dovesse arrivare l’attesa stabilizzazione da parte della Regione; o, per l’appunto, si attenderà un provvedimento di Palazzo d’Orleans che da queste parti, a dire il vero, si riteneva quasi come una sorta di atto dovuto, dopo che l’ultima Finanziaria del Governo Conte ne ha di fatto dato facoltà.
“La nostra delibera era un gesto doveroso, alla luce delle sentenze che riguardano 5 lavoratori, le quali in sostanza ci dicono che l’ente non può autonomamente prorogare gli Asu – spiega il sindaco – condannandoci a pagare dodici mensilità a questi lavoratori. Il problema, come è facilmente comprensibile, non riguarda le dodici mensilità, ma il principio, che apre a un potenziale danno erariale commesso da quegli enti che perseverano in una illegittimità. Alla luce di un parere del nostro segretario comunale, abbiamo pertanto deciso di revocare la delibera,ma la partita non è certo chiusa qui. Sono in corso trattative con i sindacati e attendiamo le mosse della Regione, viceversa abbiamo già dato disponibilità a procedere noi con la stabilizzazione”.
Non lo dice esplicitamente l’ex parlamentare, dato che forse sarebbe poco elegante, ma è anche una questione di retribuzione: una stabilizzazione degli Asu da parte del Comune, per i lavoratori significherebbe perdere qualcosa, in termini di stipendio, perchè l’ente deve fare i conti con il proprio bilancio e alla luce di esso calcolare il monte ore da concedere (anche se poi nei fatti dovrebbe trattarsi di una differenza sottile, considerato che si passerebbe da un assegno mensile fisso allo stipendio comunale, con la tredicesima mensilità e altre prerogative); mentre, qualora la stabilizzazione fosse disposta dalla Regione, i lavoratori non correrebbero questo rischio: rientrerebbero in una legge regionale.
“Noi stiamo aspettando la Regione – prosegue il sindaco di Agira – e sono pronta a essere capofila di una mobilitazione. La questione non riguarda solo Agira, ma tanti altri comuni dell’Isola: se altri fossero condannati analogamente, ci si renda conto che esploderebbe una questione sociale davvero pericolosa. Noi riusciremo a far fronte alla situazione comunque, ma altri comuni, magari in default finanziario, come farebbero? Per questo ho avviato le interlocuzioni con l’assessore regionale Scavone e con i funzionari dell’assessorato regionale, anche con la collaborazione della deputata Luisa Lantieri. Mi aspetto una risposta dalla Regione, altrimenti procedermo noi. Ma sarebbe una sconfitta per la politica”.
Intanto i lavoratori l’altro ieri si sono riuniti in un’assemblea, hanno incontrato i sindacati e hanno discusso tra loro. E’ chiaro che le preoccupazioni non mancano, perchè meritano un lavoro certo e retribuito e le loro famiglie un futuro senza i fantasmi di una burocrazia che in Sicilia, da sempre, si rivela una paradossale zavorra.