PALERMO (ITALPRESS) – Si è svolta anche a Palermo, così come in altre città italiane, la cerimonia della Giornata nazionale dei camici bianchi, nel corso della quale sono stati commemorati i medici che, in particolare durante un anno durissimo dal punto di vista sanitario per via della pandemia di Covid-19, hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione. L’evento, andato in scena a Villa Magnisi presso la sede provinciale dell’Ordine dei Medici, ha visto la partecipazione di tante autorità che hanno voluto sottolineare l’importanza che la figura del camice bianco ricopre a beneficio della collettività, una centralità talvolta non riconosciuta appieno e che l’emergenza sanitaria ha manifestato ulteriormente. A coordinare gli interventi nel corso della cerimonia è stato Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo.
“Una celebrazione che sottolinea il sacrificio che la pandemia di coronavirus ha richiesto – ha evidenziato -. L’idea di una giornata dedicata ai camici bianchi è venuta a Luciana Littizzetto, con l’appoggio del regista Ferzan Ozpetek e con il coinvolgimento della Siae. Un momento voluto dal nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha aggiunto Amato – e il giorno scelto coincide con quello in cui venne scoperto a Codogno il primo caso di Covid-19”.
A margine dell’iniziativa sono state dedicate ai medici scomparsi una lapide commemorativa nella quale sono stati scritti i nomi dei camici bianchi vittime della mafia o deceduti nell’esercizio della propria professione e la Cappella di Villa Magnisi, un momento di forte riflessione che ha seguito gli interventi dei tanti ospiti del mondo istituzionale.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha affidato a un videomessaggio il suo intervento, nel quale ha sottolineato l’importanza dell’operato dei camici bianchi nell’ambito del contenimento dell’emergenza coronavirus: “In Sicilia i camici bianchi, gli operatori sanitari e i loro collaboratori hanno operato con grande spirito di abnegazione, alcuni con il sacrificio della vita. Senza questo spirito di servizio i risultati sarebbero stati di gran lunga più drammatici rispetto a quelli che finora abbiamo potuto contenere”, ha sottolineato il governatore siciliano.
“Siamo tutti grati a chi indossa il camice – ha aggiunto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza -, a chi ha affrontato prove molto forti con se stesso negli ultimi dodici mesi. Allo stesso tempo piangiamo chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere di medico”, ha proseguito Razza, che è intervenuto anche sul tema della campagna vaccinale: “L’organizzazione è molto adeguata, quello che manca sono i vaccini. Abbiamo fatto prenotare gli over ottanta fino alla fine del mese di aprile in funzione del numero dei vaccini che ci viene comunicato – spiega l’assessore – La prossima settimana riaprirà l’agenda vaccinale. L’auspicio è che arrivi un numero di fiale adeguato ai fabbisogni”.
Presente alla cerimonia anche l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, che ha sottolineato come quella contro la pandemia del Covid-19 sia stata una “sfida difficile e inedita. E’ un momento storico inatteso che ha analogia con quanto accaduto cento anni fa. Tanti ne sono passati dall’epidemia di spagnola. La crisi che ne consegue assume sempre più le connotazione di una situazione quasi post bellica, per questo motivo dobbiamo fare emergere una nuova tensione sociale e morale”. A prendere la parola, infine, anche la senatrice Urania Papatheu, prima firmataria del disegno di legge numero 1778 che ha istituito la Giornata nazionale dei Camici Bianchi: “I medici non si sono arresi di fronte all’ignoto, l’amore verso il prossimo ha prevalso sul bisogno di protezione individuale. E’ una giornata molto importante, ma in questo momento non tutti ne hanno saputo cogliere il significato profondo. Se questa nazione si è tenuta in piedi durante la prova più dura – aggiunge la senatrice di Forza Italia – è stato per merito dei camici bianchi”.
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