di Josè Trovato

Leonforte. È rubricata con l’articolo 319 quater del codice penale l’inchiesta che vede indagato il sindaco di Leonforte Carmelo Barbera, in merito alle assunzioni della Srr di Enna nel cantiere leonfortese dei rifiuti. La notizia, trapelata sotto forma di indiscrezione dal secondo piano del Palazzo di Giustizia di Enna, è duplice: da un lato si dà atto dell’esatta ipotesi di reato per cui si procede in questa fase – “Induzione indebita a dare o promettere utilità” – e dall’altro dell’iscrizione sul registro degli indagati, assieme al primo cittadino, del funzionario del Comune Serafino Cocuzza.
Si tratta dell’inchiesta aperta dalla Procura di Enna a seguito della presentazione di un esposto mesi fa, che ha portato la Guardia di Finanza a sequestrare alcuni atti al Comune e che viene coordinata in Procura dai sostituti del capo dell’ufficio, il procuratore Massimo Palmeri.
Ieri è trapelata anche una dichiarazione da parte dell’avvocato incaricato da Barbera e Cocuzza, il penalista leonfortese Ones Benintende, il quale, in buona sostanza, ribadendo “il più totale e assoluto rispetto nei confronti degli inquirenti”, ha evidenziato di non ritenere che i suoi assistiti “abbiano commesso alcun reato”.
Sta di fatto che l’indagine è tuttora in corso, dunque non si conoscono maggiori dettagli.
Il sindaco Barbera intanto ha fatto sapere informalmente di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione dalla Procura; e nei giorni scorsi, quando si seppe dell’apertura dell’inchiesta e della sua iscrizione sul registro degli indagati, si disse sereno, specificando di avere “la consapevolezza di avere sempre e comunque operato nel rispetto della legge e nella più assoluta legalità”, e di nutrire “piena fiducia nei confronti della magistratura”.
Allora Barbera fece anche notare che le due assunzioni in questione non erano del Comune ma della Srr a Leonforte e che si è operato dando “seguito a una sentenza del Tribunale del Lavoro di Enna e ad atti amministrativi provenienti proprio dalla stessa Srr”.