La pedofilia e la pedopornografia non temono il Covid e non hanno bisogno di vaccino, anzi. Se nel 2020 è toccato a tutti restare a casa, questo ha significato affari d’oro per chi violenta i bambini e sfrutta il materiale prodotto con questi piccoli schiavi dei tempi moderni. E per adesso contro l’abuso sui minori sembra non esistere alcun vaccino. È questo, in sintesi, il contenuto dell’edizione 2020 del Report elaborato dall’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org) fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto, da oltre 30 anni in prima linea a difesa dei bambini. Il Report è stato presentato con una conferenza stampa online il 18 marzo, con la presenza di Don Fortunato Di Noto, Presidente Meter Onlus; della Dott.ssa Nunzia Ciardi, Dirigente Superiore della Polizia di Stato e Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni; la Dott.ssa Marisa Scavo, Procuratore aggiunto vicario della Procura distrettuale di Catania; il Dott. Antonio Scavone, Assessore della famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Sicilia, moderatore Pino Ciociola, inviato di Avvenire.
LA PANDEMIA NON HA FERMATO I PEDOFILI
Nel corso del 2020 Meter, attraverso il suo OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) ha monitorato la rete e compilato precise segnalazioni che ha poi inviato alla Polizia Postale Italiana e alle Polizie estere. Questo significa che i nostri dati e link sono contati uno per uno e da essi, molto spesso, sono partite indagini a livello nazionale e mondiale che hanno portato all’arresto ed al processo – con relativa condanna – di vere e proprie reti di pedofili e pedopornografi.
I link sono quasi raddoppiati rispetto al 2019: 14.521 contro 8.489. Meter constata un dato interessante, quanto sconcertante, la quantità di video denunciati è più che raddoppiata, dai 992.300 video del 2019 si è passati ai 2.032.556 del 2020. Le cartelle compresse segnalate passano da 325 a 692.
Nel 2019 le immagini segnalate sono state 7.074.194, nel 2020 si rilevano 3.768.057, il dato risulta quasi dimezzato. Evidentemente le “semplici” foto non bastano più, i pedofili ricercano e producono più video per soddisfare i loro desideri malsani, la loro deviata perversione trova maggiore sfogo e appagamento nelle immagini in movimento. I video, fagocitati dai “consumatori” di pedopornografia consentono loro di entrare di più nella “scena”, di essere “partecipi” davanti ad uno schermo degli atti contro povere vittime inermi.
Meter ha registrato un incremento del materiale segnalato tra febbraio e maggio 2020. In seguito alle misure di confinamento è aumentato l’utilizzo dei social media e il tempo dedicato alla rete Internet da parte dei minori. Se da un lato la Rete rappresentava l’unica modalità per rimanere in contatto con i pari, con i loro amici, per studiare e per distrarsi dalla routine domestica, dall’altro lato ha esposto i minori ai rischi online, infatti è aumentato il potenziale numero di bambini soggetti ad adescamento online.
SOCIAL NETWORK E SERVIZI DI MESSAGGISTICA ISTANTANEA. CANALE DI SCAMBIO PER I PEDOFILI
Chat in salita da 323 a 456. Denunciati alla Polizia Postale Italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi: 92 gruppi WhatsApp, 100 su Telegram e 262 su Facebook. Gruppi di pedofili intrattengono discussioni sul tema tramite Facebook e poi, sfruttando il collegamento con Whatsapp, scambiano il materiale su quest’ultimo per usufruire della tecnologia end-to-end che assicura la privacy dello scambio. I pedopornografi approfittano delle chat segrete di Telegram poiché consentono l’autodistruzione di video e messaggi impostando il tempo di visualizzazione concesso al destinatario del messaggio.
IN SEI ANNI SEGNALATE 20 MILIONI DI IMMAGINI
Se diamo uno sguardo alle serie storiche, possiamo dire che dal 2002 a oggi Meter ha inviato 63.688 protocolli alle polizie di tutto il mondo, contenenti 189.252 link segnalati. Abbiamo seguito – grazie al nostro Centro Ascolto – 1.832 casi e ricevuto 30.280 richieste telefoniche. Non è tutto: in appena sei anni, tra il 2014 e il 2020, abbiamo denunciato 19.771.071 foto e 5.501.752 video. I mega-archivi denunciati sono 13.066 e le chat 1.214. Dobbiamo anche riferire che spesso Meter ha proceduto a effettuare segnalazioni grazie al form sul sito dell’Associazione, www.associazionemeter.org, mediante il quale gli utenti, per 17.507 volte dal 2007 a oggi, hanno inviato indirizzi sospetti. Per quanto riguarda i social: dal 2008 ad oggi abbiamo inviato 8.661 segnalazioni alle polizie e per il Deep Web, la piaga della Rete più nascosta e sconosciuta, le segnalazioni sono state 47.539. Su questo tema vi rimandiamo all’apposito paragrafo di questo comunicato.
AUMENTO DEI DOMINI GENERICI
Quest’anno emerge un dato diverso rispetto agli anni precedenti, la maggioranza dei link segnalati è contrassegnato dal dominio .com (11.049 nel 2020, 2.483 nel 2019).
Su un totale di 14.521 link segnalati, 12.387 hanno domino generico (5.977 nel 2019). Questo evidenzia un cambiamento delle modalità di scambio del materiale pedopornografico.
I cyber-pedofili preferiscono scambiare i file tramite piattaforme di file sharing, spesso gratuite e a tempo; tramite siti Internet che offrono spazio temporaneo nei loro server e che permettono di caricare e condividere, con pochi click, file o cartelle, spesso in totale anonimato; oppure attraverso chat o gruppi nei social network.
Evidentemente i vantaggi di questi servizi web sono molteplici e i pedopornografi di tutto il mondo li conoscono bene e ne usufruiscono quasi indisturbati per i loro loschi traffici.
LA CLASSIFICA DEI DOMINI E LA RESPONSABILITÀ DEI SERVER PROVIDER
Vediamo ora dove si trovano i domini di primo livello, ossia le “targhe” internazionali dei link sui quali si trovano le immagini e i video che Meter ha denunciato. Primo posto per Nuova Zelanda (453 segnalazioni, dominio .nz), Grenada (353, dominio .gd), Montenegro (241, dominio .me); nel 2019 abbiamo avuto al primo posto l’isola di Haiti nel mar dei Caraibi in America Centrale, con 640 link (dominio .ht); al secondo posto la Francia, con 484 link (dominio .fr); al terzo posto, con 410 link, la Nuova Zelanda. Vediamo ora, continente per continente. Precisiamo che nel 2020 le nazioni coinvolte dal nostro monitoraggio sono 30.
AFRICA: LIBIA, SAO TOMÈ E PRINCIPE, MALI
Il Continente Nero totalizza 40 segnalazioni. Di queste la Libia è al primo posto con 26 (erano 8 nel 2019), a seguite Sao Tomè e Principe (8), il Mali con 6.
AMERICA: GRENADA, ST. VINCENT & GRENADINE, COLOMBIA
Le Americhe totalizzano 527 segnalazioni: Grenada, con 353; seguono St. Vincent & Grenadine, 97; la Colombia con 59. A chiudere l’Isola di Anguilla (12) e il Belize con 6.
ASIA: TERRITORIO BRITANNICO D’OLTREMARE DELL’OCEANO INDIANO, REUNION, INDIA
Per l’Asia stabile al primo posto come nel 2019 il Territorio Britannico d’Oltremare dell’Oceano Indiano. I domini sono scesi da 284 a 119, a seguire l’isola di Reuion (22), l’India (20), Filippine con 2 segnalazioni. Totale: 163.
EUROPA: MONTENEGRO, FRANCIA, RUSSIA. QUARTA L’ITALIA
Spostiamoci ora nel Vecchio Continente. Qui abbiamo in testa il Montenegro, con 241 segnalazioni, seguito da Francia (161) e Russia (97). C’è però anche l’Italia, al quarto posto, con 70. Questo è un dato inquietante: nel 2019 l’Italia aveva totalizzato solo 2 segnalazioni, mentre il Montenegro 27 e la Francia, allora al primo posto, 484. Le segnalazioni totali sono cresciute: da 644 a 671.
OCEANIA: NUOVA ZELANDA, WALLIS E FUTUNA, TONGA
Eccoci infine all’Oceania, che totalizza 733 segnalazioni totali in aumento rispetto alle 681 del 2019. Ecco allora saldamente al primo posto come l’anno scorso la Nuova Zelanda, che passa da 410 a 453 segnalazioni, seguono Wallis e Futuna (129, erano 15 nel 2019), Tonga (72 rispetto alle 60 del 2019). Completano la lista le Isole Cocos, da 12 a 61 segnalazioni, la Micronesia, scesa da 69 a 9, Palau da 90 a 7 e infine Tuvalu da 20 a 2.
DEEP WEB, LA PIAGA CONTINUA
Il deep web e il dark web (la parte nascosta di internet) sono uno spazio libero in cui le associazioni a delinquere di tutto il mondo espandono i loro traffici. i fenomeni illeciti si spostano in modo esponenziale in queste free zone incontrollabili in cui l’intervento delle polizie di tutto il mondo risulta difficoltoso. È la porzione di internet più grande e oscura che non viene indicizzata dai motori di ricerca, per cui non la troveremo mai tramite Google. Il dark web, la parte più profonda del deep web, si compone di pagine con un dominio .onion. il software più conosciuto per accedere al dark web è Tor e si presenta come un browser, che possiamo scaricare gratuitamente. Tor nasce all’interno del dipartimento di difesa statunitense per consentire comunicazioni anonime e sicure. Dal 2004 è diventato di dominio pubblico ed è uno strumento per proteggere la propria identità.
Navigare con questi sistemi significa tutelare la propria riservatezza, diventando navigatori incappucciati che non svelano la propria identità, anzi la rendono mutevole ad ogni click.
Queste zone del web diventano, per ovvie ragioni, l’humus in cui mettono radici le atrocità descritte e documentate in questo report. Vogliamo affermare con chiarezza che i numeri presenti in queste pagine non sono dati statistici, calcoli astratti, ma segnalazioni in cui dietro ad ogni immagine o video c’è un bambino. Quanti hanno responsabilità di vigilanza e di giustizia si attivino affinché non rimanga il silenzio su ciò che accade giornalmente sul web.
LE PEDOMAMA
Fra i nuovi trend della Rete, il fenomeno “Pedomama” identifica l’abuso sessuale femminile, ovvero l’abuso perpetrato da donne, madri, ai danni di un minore, il loro figlio. In una società in cui ci si aspetta che sia l’uomo a macchiarsi di tal crimine contro l’umanità, non certamente la madre, l’abuso madre-figlio/a provoca una indignazione maggiore rispetto alla figura maschile (padre). Questo accade perché ciò mostra una violazione delle aspettative sociali che fanno da cornice alla figura femminile e materna. Pensare che le donne, che tradizionalmente ricoprono un ruolo di cura, di protezione, di assistenza e di educazione, possano abusare provoca malessere e disagio, ma purtroppo oggi ci troviamo di fronte ad un fenomeno in crescita. È importante prenderne coscienza, riconoscere questa tipologia di abuso ci permette di tutelare le piccole vittime. Il processo di minimizzazione di questo fenomeno provoca un effetto negativo sulla tipologia di intervento per il contrasto di tale reato. Meter ha segnalato nel 2020 ben 2.652 video e foto contenuti in cartelle denominate pedomam, familypedo, mamborn, che ritraggono le madri che abusano dei loro figli.
LA NON OMOGENEITÀ DELLE LEGGI NEL MONDO
Ancora una volta dobbiamo sottolineare e denunciare l’esistenza di un vuoto legislativo sul tema pedopornografico. Non tutti gli stati del mondo, infatti, sono dotati di un’adeguata legislazione per il contrasto alla criminalità legata alla pedofilia ed alla pornografia minorile. Spesso non esiste un vero e proprio obbligo di collaborazione dei server provider, i quali attualmente, in molti Paesi, forniscono i dati alle autorità competenti solo “su base volontaria”, poiché si continua a tutelare in modo intollerabile la privacy degli utenti della Rete, anche se criminali.
In questi anni Meter ha avuto modo di tessere importanti collaborazioni con server e amministratori di dominio nazionali. Il risultato più immediato è quello della rimozione del materiale; tuttavia, accade spesso che a seguito dell’invio delle segnalazioni arrivi semplicemente la seguente risposta automatica: “Abbiamo ricevuto e stiamo inoltrando alle autorità di competenza”.
Ad oggi non vi è corrispondenza tra l’ingente mole di segnalazioni inviate, l’avvio delle indagini e il giusto esito dei processi. Alle segnalazioni spesso corrisponde solo l’oblio: circostanza provata dal fatto che a distanza di anni si ritrova ancora lo stesso materiale denunciato, collocato in altre lande del web. L’individuazione dei colpevoli è necessaria, altrimenti la lotta è inefficace ed inutile.
L’immobilità è un fendente al cuore sia per le vittime sia per chi si occupa della loro tutela e protezione. Nonostante ciò occorre sottolineare la costante azione e la sinergia tra Meter e la Polizia Postale italiana. Negli ultimi anni su segnalazione di Meter sono state avviate ben 24 operazioni contro il fenomeno della pedofilia e della pornografia minorile. Ma non basta e non può bastare.
PEDOFILIA CULTURALE
La Rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e i pedopornografi utilizzano per arricchirsi, ma serve anche a “difendere” la pedofilia e a tentare un’opera di normalizzazione. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) che fornisce consigli su come adescare i bambini e indica siti online dove è possibile trovare foto e video con contenuti pedopornografici. Per contrastare l’ideologia pedofila la Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge n. 172, ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice Penale.
Per la prima volta l’espressione “pedofilia e pedopornografia culturale” è entrata nel nostro ordinamento: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo e forma di espressione, anche con il mezzo telematico e al solo fine culturale, pubblicamente legittima, diffonde giudizi legittimanti, istiga a commettere o effettua apologia delle condotte previste dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quater.1, 600-quinquies, 609-bis, 609-quater e 609-quinquies, compiute con minorenni, è punito con la reclusione da tre a cinque anni».
Nonostante la Convenzione di Lanzarote (2007), i siti continuano a proliferare nel web.
Vari i loghi identificativi o simboli per riconoscersi uno con l’altro, per diversificare le loro preferenze sessuali e per indicare specificamente il genere sessuale preferito dal pedofilo; infatti, i membri delle organizzazioni pedofile incoraggiano l’uso di descrizioni come “boylove”, “girllove” e “childlove”.
CENTRO ASCOLTO E PRIMA ACCOGLIENZA, LO SPETTRO DEL COVID
Il nostro Centro di ascolto e prima accoglienza negli ultimi 18 anni ha accolto 10.323 telefonate e 1.832 consulenze presso la sede nazionale. Nel 2020 il Centro Ascolto Meter ha accolto 111 richieste di aiuto. Coloro che si sono rivolti a Meter per essere ascoltati e orientati provengono principalmente dal territorio siciliano (80). La rilevanza maggiore continua ad essere rappresentata dal territorio siciliano, indicativa della presenza della sede Nazionale e dunque di una maggiore possibilità di incontro, seguita dal Lazio, Lombardia e Piemonte. Le problematiche affrontate nel 2020 riguardano prevalentemente i disturbi del comportamento (14 su 111), le relazioni familiari disfunzionali (13 su 111) e l’abuso sessuale (9 su 111) che insieme agli abusi avvenuti nel passato e ai sospetti di abuso, rappresenta una larga parte delle richieste pervenute e, di conseguenza, del sostegno offerto. Molti casi affrontano problematiche legate al mondo di Internet, dalla pedopornografia all’adescamento online, dal sexting al cyberbullismo e ad altri pericoli della rete.
Nel 2020 si registrano anche alcuni casi di disturbi psicologici riferibili alla pandemia da Covid-19. Meter ha dunque attivato un servizio di ascolto psicologico telefonico o attraverso l’utilizzo dei social per fornire sostegno alle fragilità delle famiglie e dei loro bambini e per contenere e gestire la pandemic fatigue (stress da pandemia).
LE RICHIESTE TELEFONICHE
Nel 2020 sono state 284 le chiamate pervenute al Numero Verde e al Numero istituzionale da diverse regioni italiane (le richieste maggiori da Sicilia, Lazio, Emilia-Romagna). Meter ha dato risposta a richieste telefoniche di varie tipologie. Gran parte delle chiamate sono relative a consulenze psicologiche (76) e consulenze spirituali (63); si richiedono informazioni sull’associazione ed in particolare sui servizi offerti, gli incontri organizzati e la possibilità di diventare volontari (47); numerose le richieste di tirocinio universitario nella modalità a distanza (33); convegni (25) e interviste (20) ai primi posti della tabella tipologia confermano l’impegno dell’associazione profuso per la formazione e la sensibilizzazione, nonostante il blocco dell’emergenza sanitaria. Anche il 2020 ha visto il maggior numero di segnalazioni telefoniche provenire dalla Sicilia (133 su 284), regione che ospita la Sede Nazionale.
INCONTRI, FORMAZIONE E CONVEGNI
Nel 2020 Meter, durante l’emergenza Covid 19, ha garantito la formazione attraverso la modalità a distanza, facilitando la rapida divulgazione informativa, formativa attraverso le piattaforme tecnologiche, le videoconferenze e la produzione di materiale formativo ed informativo multimediale. Abbiamo tenuto nel 2020 41 incontri, 10 su piattaforma online, per un totale di 2.435 persone incontrate.
In questo tempo di distanziamento un’attenzione maggiore si è rivolta ai social, come mezzi funzionali alla divulgazione di campagne sociali, iniziative comunicative e interventi di prevenzione accresciuta la presenza su Instagram e Facebook; sono state ideate delle iniziative appositamente per i social per creare un maggiore coivolgimento delle scuole e per continuare l’opera di sensibilizzazione cara a Meter.
L’argomento principale di cui i professionisti Meter si sono occupati, anche nel 2020, riguarda la pedofilia e le insidie della rete: l’analisi dei profili di pedofili e vittime, le dinamiche del fenomeno, gli aspetti psicologici del pedofilo e le conseguenze sulla vittima, i rischi che celano internet e la tecnologia.
SCUOLE E UNIVERSITÀ
I numeri relativi a scuola e università si riferiscono ai primi mesi del 2020. Purtroppo il lockdown della scorsa primavera ha interrotto i corsi di formazione e i convegni all’interno del mondo scolastico e universitario. Con modalità differenti, le attività di consulenza, il sostegno agli insegnanti per situazioni particolarmente difficili e i tirocini formativi non si sono arrestati. Le attività di prevenzione, formazione ed intervento, su richiesta degli istituti scolastici, hanno riguardato le problematiche più vicine al mondo della scuola, in particolare: bullismo e cyberbullismo, Internet e social network, pedofilia e abusi all’infanzia, tutela dei diritti dell’infanzia, disabilità e inclusione sociale, educazione all’affettività. Gli studenti e gli insegnanti incontrati sono 885.
METER E LA CHIESA
Nel 2020 Meter ha continuato ad essere presente nelle realtà ecclesiali che ne hanno fatto richiesta sia per la formazione e la sensibilizzazione, sia per rispondere a richieste di aiuto e consulenze specialistiche. Lo scorso gennaio la formazione Meter è stata richiesta anche dalla diocesi di Toledo in Spagna. Le tematiche affrontate negli incontri formativi riguardano il mondo dell’infanzia, in particolare la pedofilia e le insidie della rete. Dal 2002 ad oggi sono stati organizzati numerosi incontri in 91 diocesi, nell’anno 2020 i professionisti di Meter hanno incontrato 6 diocesi. Gli incontri totali a tema religioso nel 2020 sono stati 11, abbiamo formato 240 tra sacerdoti e religiosi e incontrato almeno 650 persone agli incontri nelle parrocchie.
Purtroppo nel 2020 sono venute meno le celebrazioni religiose in cui Don Fortunato viene invitato ad officiare la messa e a portare l’esperienza viva di Meter anche in ambito ecclesiale. Numerose comunità parrocchiali, continuano ogni mese a recitare il Santo Rosario “in difesa dei bambini… preghiamo”. Meter si occupa della formazione di sacerdoti, religiosi/e e seminaristi nonché degli operatori della comunità ecclesiale per permettere loro di imparare a conoscere e riconoscere situazioni di disagio, favorendo la costruzione e la diffusione di una pastorale per la prevenzione e la difesa dell’infanzia. Da anni Meter offre un Corso di Formazione specialistico destinato alle Diocesi ed ai Seminari per formare i futuri sacerdoti sul dramma della pedofilia e della pedopornografia, attraverso la presentazione sociologica del fenomeno, la conoscenza di nozioni di diritto canonico e penale e lo studio delle dinamiche psicologiche legate all’abusante e al bambino vittima.
Nel 2019 don Fortunato è stato nominato Referente diocesano per il Servizio Regionale Tutela Minori della Conferenza episcopale Siciliana (C.E.S.I.), inoltre la stessa lo ha nominato Responsabile dello Sportello Regionale di Ascolto. Da questi incarichi scaturisce l’impegno in numerosi incontri organizzati dalla C.E.S.i., nel 2020 anche nelle modalità di webinar per la formazione del clero.
GIORNATA BAMBINI VITTIME 2020
L’emergenza sanitaria ci ha fatto vivere una GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dell’indifferenza e dello sfruttamento che si celebra contro la pedofilia dal 25 aprile alla prima domenica di maggio – in modo diverso. Purtroppo non si è potuto organizzare il raduno in Piazza San Pietro per partecipare al Regina Coeli e ricevere il tanto atteso “saluto speciale del Papa” in presenza e ancora una volta confermare l’impegno in difesa dei bambini. Ma il Santo Padre non ha fatto mancare il suo messaggio di incoraggiamento attraverso la diretta TV del 3 maggio 2020. Al Papa è stato inviato un collage con centinaia di margherite create dai bambini, risultato di una iniziativa di sensibilizzazione social che ha impegnato i più piccoli nella realizzazione di simbolici fiori di carta.
DON DI NOTO: LORO NON SI FERMANO. NEMMENO NOI
È una storia lunga, impervia, difficile quella di Meter. Un pezzo di storia a difesa dei bambini. Una storia indiscussa, anche contro i detrattori e i nemici. È vero, l’argomento è ostico, ripugnante, abusare dei bambini è un abominio e una nuova forma di schiavitù. Si deve fare di più, molto di più per questa tragedia che ha risvolti drammatici. Tra i vari drammi umani, questa non può essere considerata marginale o di poca importanza. Non credete?
Si rimanda alla consultazione del Report 2020 e alle dichiarazioni di Don Fortunato Di Noto riportate nell’introduzione allo stesso.
Il Report 2020 integrale è scaricabile dal sito dell’Associazione, al seguente link: https://www.associazionemeter.org/index.php/component/content/article/225-report-annuali/report-2020/1102-report-2020