Attualmente, secondo l’Istat, il sistema Moda, rappresenta un sistema produttivo che può contare su circa 60.000 imprese, 600.000 lavoratori e realizza un fatturato di circa 90 miliardi.
In provincia di Enna , il tessile era il fiore all’occhiello – dichiara il Segretario della Filctem Cgil di Enna Alfredo Schilirò. Dagli anni 70 agli anni 2000 il polo tessile di Valguarnera e di Gagliano occupavano circa 1000 lavoratori. Dal 1990 fino agli anni 2000, tuttavia, attraverso alcune leggi dello stato, sono nate nuove aziende, ma alcune di queste, attraverso fenomeni speculativi, una volta esauriti i contributi economici ricevuti, hanno dichiarato lo stato di crisi aziendale e il destino dei loro dipendenti è stato quello della cassa integrazione, della mobilità e del licenziamento per arrivare alla chiusura definitiva dell’azienda.
Oggi non esiste più il distretto del tessile ennese ma resistono piccole e medie aziende tessili che confezionano abiti per grandi marchi. Aziende che lavorano in condizioni di difficoltà perché le vie di comunicazione sono fatiscenti. A queste criticità strutturali e persistenti si aggiunge oggi, la crisi dell’emergenza sanitaria da Coronavirus.
Le crisi aziendali sul territorio nazionale e siciliano non sono di natura industriale, ma finanziaria. La pandemia ha drasticamente rallentato la produzione, e i fondi di investimento esteri, che in tale contesto hanno trovato forti margini di profitto, si sono totalmente disinteressati delle realtà sociali e lavorative, che sono il cuore e lanima di queste industrie. La conseguenza è stata che hanno chiuso le produzioni, mantenendo i marchi per rivenderseli e recuperare investimenti. Il dramma non è solamente sociale e di perdita di posti di lavoro, ma si rischia di cancellare e disperdere competenze e professionalità uniche, precludendo riprese future.
Tuttavia afferma il Segretario Generale della Filctem Cgil di Enna, Alfredo Schilirò – La crisi che sta travolgendo il settore della moda non sta avendo da Governo e istituzioni preposte, le dovute attenzioni.
In questo preoccupante contesto è necessaria – afferma Schilirò – una ripresa produttiva che veda coinvolti le aziende, le associazioni di categoria, i lavoratori e le organizzazioni sindacali. E’ di vitale importanza, che in un settore come quello della moda, nel quale il costo del lavoro incide per oltre il 30% sui costi di produzione, per la salvaguardia della competitività delle produzioni italiane ,che il legislatore proceda ad una riduzione del cuneo fiscale.
Pertanto bisogna mettere in campo nuove misure per stimolare, agevolare e sostenere con interventi concreti tutte le iniziative che vanno nella direzione di far crescere le imprese del settore tessile, anche attraverso accordi di rete, consorzi e creazione di nuovi distretti produttivi puntando su innovazione e ricerca.