di Josè Trovato
Barrafranca. “Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, tenuto conto delle forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ha deliberato: l’affidamento alla gestione commissariale, per 18 mesi, del comune di Barrafranca (Enna), a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Il comune era già sciolto in via amministrativa a causa delle dimissioni contestuali della metà più uno dei consiglieri e affidato ad un commissario straordinario”.
E’ questo il contenuto della nota di Palazzo Chigi che di fatto scioglie il Comune di Barrafranca, rinvia di un anno e mezzo almeno le elezioni – che si sarebbero dovute svolgere a breve – e affida tutto alla gestione commissariale.
Accade a meno di un anno dall’inchiesta “Ultra”, l’indagine condotta dai carabinieri del comando provinciale di Enna e dal Ros di Caltanissetta che ha svelato le possibili infiltrazioni al Palazzo Comunale del clan di Barrafranca. Nell’inchiesta, si ricorda, pur con un’ipotesi marginale è stato iscritto sul registro degli indagati anche il sindaco Fabio Accardi; il cui nome, tuttavia, non figurava tra quanti, mesi dopo, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
“Aspettiamo il provvedimento”, dice adesso il sindaco Accardi riferendosi alle determinazioni del Consiglio dei Ministri.

Il sindaco di Barrafranca Fabio Accardi
Le parole del sindaco.
“Aspettiamo adesso le motivazioni e la relazione del Prefetto per adesso prendiamo atto del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri e lo scioglimento del consiglio comunale, già sciolto in via amministrativa per dimissioni dei consiglieri comunali – prosegue Accardi -. Aspettiamo i provvedimenti e poi sulla base della relazione del Prefetto vogliamo capire le responsabilità e le motivazioni che hanno condotto il governo allo scioglimento. Sono abbastanza sereno tutti i miei atti dimostrano il mio essere contro la mafia, sia per gli aspetti culturali che per la mia storia”.
“Quando alcuni consiglieri hanno chiesto di rassegnare le dimissioni ho detto che non sarei sceso dalla nave nonostante un momento di tempesta, ma avrei mantenuto l’impegno preso con i cittadini. Consegnerò allo Stato e sarà lo Stato a governare per 18 mesi”.