FERRARA – Nei confronti di don Giuseppe Rugolo «si è determinata una gogna mediatica, con contenuti anche calunniosi e diffamatori, che non possono ulteriormente essere tollerati e in relazione ai quali ci riserviamo di agire a tutela del nostro assistito, che allo stato ha il diritto di essere considerato innocente, ex articolo 27 comma 2 della Costituzione». Lo hanno dichiarato all’Ansa gli avvocati Antonio Lizio di Catania e Denis Lovison di Ferrara, difensori del sacerdote arrestato a Ferrara nell’ambito di un’indagine della Procura di Enna. I difensori respingono le accuse rivolte al prete e si dicono anche certi «di poter fare chiarezza il prima possibile nelle sedi opportune, a tutela dell’onorabilità, della dignità e del decoro del nostro assistito».

 «Abbiamo appreso dagli organi di informazione – spiegano il legali – che il nostro assistito Don Giuseppe è stato destinatario di una misura cautelare emessa dal Gip di Enna». Il prete, ricostruiscono, è stato convocato in Questura a Ferrara per la notifica dell’ordinanza di domiciliari, uscendo dagli uffici verso le 12.30, «ma alle ore 8.40 il contenuto dell’ordinanza era già stato diffuso pubblicamente». I difensori si dicono «perplessi dalle tempistiche e dalle modalità di diffusione di informazioni relative ad un procedimento penale, ancora in fase di indagini, con grave vulnus per tutte le persone coinvolte, a vario titolo. Tale diffusione è avvenuta ancora prima ancora che questi difensori potessero avere contezza delle contestazioni formulate al proprio assistito, in violazione del segreto istruttorio. Si tratta di aspetti in relazione ai quali il nostro assistito non è stato ancora in grado di interloquire e di fornire la propria versione».