di Cetty D’Angelo

Durante il concertone dell’1 maggio andato in onda su Rai 3, il cantante Fedez ha duramente attaccato alcuni esponenti della Lega, accusandoli sostanzialmente di omofobia. Ha, inoltre, accusato la Rai di essersi dichiarata contraria al suo intervento. Il cantante, già da diverse settimane, aveva denunciato sui social il continuo rinvio della discussione in Senato del DDL Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. Il disegno di legge era già stato approvato alla Camera il 4 novembre 2010, ma il dibattito in Senato è stato continuamente rinviato dal Presidente della Commissione Giustizia, l’onorevole leghista Andrea Ostellari, che ha differito per mesi la discussione della legge. Il DDL Zan è stato calendarizzato solo a seguito di una forte pressione mediatica.
Sul palco del concertone Fedez ha ricordato tale vicenda in diretta nazionale, menzionando inoltre alcune affermazioni discriminatorie contro la comunità LGBT di diversi esponenti leghisti, di cui ha esplicitato nomi e cognomi, dichiarandosi pronto ad assumersi le conseguenze di quanto detto. Ma la vera bomba sganciata da Fedez dallo stesso palco è contro la stessa Rai 3, che avrebbe chiesto al cantante di leggere preventivamente il testo del suo intervento, pregandolo inizialmente di non esporsi in quei termini e accordandogli l’autorizzazione solo in un secondo momento. A nulla sono valsi i tentativi di smentita da parte della Rai sul retroscena, dal momento che Fedez ha subito reso pubblica una telefonata intercorsa con la Rai, la quale sembrerebbe accertare la veridicità della sua versione. La direzione Rai si è difesa dichiarando che il video della telefonata sarebbe stato manipolato.