Il poeta giornalista Mario Pagaria, classe 1965, catanese di nascita, ennese di adozione è una continua scoperta. La sua ultima raccolta di poesie “Dalle tenebre alla luce”, edita per i tipi Aletti, lo conferma.
L’opera che di passioni e idealità si nutre, non si distacca dal contatto diretto con la realtà ma ne racchiude in sé tutto il senso. Essa consta di parti varie e contrastanti, nonché di momenti diversi.
Quelli dedicati all’amore, con le sue vane speranze, risentono del sapore di un vissuto che testimonia forte l’attaccamento alla donna di cui parla e della quale mai svela l’identità’. Sublima il ricordo di colei che non ha saputo amare; è qui che l’amore si identifica nella fugacità delle cose terrene che, inesorabilmente, si dileguano.
Spuntano in seguito, i versi schietti verso un mondo squallido e vuoto che rilevano il tormento per l’animo del poeta. Pagaria denuncia attraverso una descrizione lucida e raffinata le storture della società in cui egli è nato e lavora.
Condanna la finta morale, il potere, la mafia, il razzismo e tutto ciò che allontana l’essere umano dal bene. Non mancano, i versi dedicati a Dio e alla Vergine. Egli invoca aiuto e perdono per le umane fragilità.
Il pensiero dominante della raccolta è la ricerca dei mezzi morali e materiali che aiutano ad allontanarci da un mondo corrotto e sconvolto dal dio denaro dominato dalla logica fredda e spietata della legge economica.
Una denuncia forte contro i mali del nostro tempo.
L’appello al buon senso, fondato su un razionale equilibrio fra uomo, rispetto e sensibilità rappresenta un momento di liberazione che dalle tenebre porta alla luce.

Maria Angela Casano