di Salvo La Porta

Davanti San Guido è, tra le poesie di Giosuè Carducci, quella che leggo con maggiore frequenza, soffermandomi a riflettere sul senso vero della vita.
Trovo sempre nuovi spunti di riflessione, rinvenendo nei versi del poeta il vissuto di ciascun uomo. Di ciascun pover uomo. L’angoscia di alcuni momenti del presente, il registrare l’ingratitudine di quelli che si ritenevano amici, l’incertezza del futuro ci tentano a rifugiarci nel ricordo della nostra infanzia, nel passato, che alla nostra mente si affaccia edulcorato, colmo di serenità, di letizia e, a volte, di gioia.
I cipressi, alti e schietti, durante il viaggio lungo la Maremma toscana, danno voce a questa tentazione. Alla tentazione di lasciare perdere tutto, per abbandonarsi al tempo andato. Tutte le provano, tutte le studiano, ma sempre senza risultato!
Giosuè ribatte sempre prontamente alle loro esortazioni a rimanere e, sempre, con argomentazioni inoppugnabili. Per cui, ai cipressi non resta che giocarsi quella che potrebbe essere la carta vincente, prima della definitiva capitolazione: la nonna Lucia!
“Che vuoi che diciam dunque al cimitero dove la nonna tua sepolta sta?”
“ Alla nonna non saprà dire di no” pensano e sperano.  In effetti…..”
Ma avevano fatto i conti senza l’oste, nonna Lucia appunto che, apparsa in tutta la sua solenne altezza e avvolta nel suo vestito nero, non avrà mancato di dare il consiglio più lungimirante e disinteressato all’angosciato nipote.
Solo i nonni, infatti, sanno parlare all’anima dei nipoti e i nipoti si aprono solo ai nonni e si spogliano, completamente a nudo, senza il pudore del corpo e neppure di quello dell’anima; solo nel grembo dei nonni riparano, quando pensano di non essere sufficientemente capiti o accettati dai genitori, quando devono confidare i turbamenti, le paure, le incertezze, la gioia dei successi, la delusione delle sconfitte…i battiti del cuore innamorato.
I nonni, soltanto i nonni, ti amano realmente per quello che sei e non per quello che potresti essere, per i progetti che altri hanno fatto su di te.
Conoscono la vita i nonni; sanno che, alla fine, ciascuno dovrà prendere la sua strada e sono pronti ad accompagnarti, a sostenerti, a consigliarti timidamente di cambiarla quella strada, a spianartela, a renderti più agevole il cammino. Sempre al tuo fianco. Sempre!
Conoscono la vita i nonni; sanno che il bene più grande che esista al mondo è quello per i figli. E, poiché (come diceva il mio amico Pippo Parano) i nipoti sono i figli dei figli, si vogliono bene più dei figli. E’ un amore raddoppiato, più intenso.
Viola e Liborio sono la pupilla dei miei occhi ed un altro fiore è custodito nel grembo di mia figlia Antonietta e, tra qualche mese, sboccerà.
Ringrazio le mie figlie, Agata e Antonietta, e i miei generi , per avere rallegrato con i miei nipoti gli ultimi anni della mia vita, facendomi diventare nonno insieme alla mia amatissima Pina.
Particolarmente, ringrazio Agata e Giuseppe, per avere permesso e permettere ai loro figli di amarci.
Quando si parla dei nonni, Lilia Assennato, docente emerita del Liceo- Ginnasio “ Nunzio Vaccalluzzo”, è solita riportare un augurio che i Greci rivolgevano ai loro amici, ti auguro di diventare nonno.

Ecco, mentre rivolgo grato il pensiero ai miei nonni e ai miei bisnonni (ne ho conosciuti quattro) auguro a chi non lo è ancora di diventare nonno!