Leonforte è in lutto per la morte del docente Michele Lentini, uomo molto conosciuto e stimato, già preside della scuola media, sposato e padre di due figlie. Il professore Lentini, impegnato nell’educazione dei suoi alunni, ma anche nel mondo dello sport e della politica, fu anche presidente del consiglio comunale di Leonforte, nella legislatura in cui fu sindaco Salvo La Porta. È morto dopo una lunga malattia.
La notizia ha provocato tristezza in tutta la città. I leonfortesi hanno conosciuto e apprezzato personalmente la professionalità e le grandi doti umane del professore Lentini, autentico punto di riferimento per numerose generazioni di ragazzi. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile.
I funerali saranno celebrati domani alle 16 nella chiesa del Santissimo Salvatore.
La scomparsa mi addolora profondamente, è una perdita molto grave per la comunità leonfortese ricordo lo sportivo, l’uomo di scuola, il politico – afferma Salvo La Porta in un messaggio vocale -. Durante la mia sindacatura abbiamo avuto diversi contrasti, ma sempre risolti nello spirito di lealtà per il bene pubblico e per il bene della nostra collettività. Che possa riposare in pace. Il mio ricordo nei suoi confronti è molto grato”.
Sui social, il sindaco Carmelo Barbera definisce “il Preside Lentini una istituzione per il mondo della scuola leonfortese, un punto di riferimento per gli alunni e per i colleghi“.
Mi unisco – aggiunge – al dolore dei familiari in questo momento di sconforto e li abbraccio a nome dell’intera cittadinanza“.
 
Commosso, grato e affettuoso è anche il ricordo di un ex alunno, Sandro Rossino: “Da docente, l’augurio che mi faccio è di riuscire a lasciare un tratto dell’ombra di quel segno indelebile che il professore Michele Lentini ha lasciato in me ed in migliaia di altri suoi studenti; alunni che come me, hanno trascritto grazie alla sua passione le regole della geometria piana nel quadernetto dedicato (diventato poi un vangelo di inestimabile valore); che hanno vinto o perso panini imbottiti sfidandolo sulla risoluzione dei problemi di matematica (composti da lui per noi ad hoc); che hanno imparato ad evitare sprechi di acqua sperimentando con lui eccessi e consumi (e non era ammesso barare); che hanno tremato in quelle interminabili ore di rigidi compiti in classe, intervallate dallo scroscio delle monetine che conservava in tasca e con cui giocherellava continuamente…che hanno imparato, imparato ed imparato. Una personalità magnetica, uno sguardo penetrante, un sorriso mai scontato ma che illuminava, una preparazione eccellente a cui si sommava il rispetto per la scuola in quanto istituzione e per i suoi studenti in quanto cittadini…
 
 
Ho avuto tante volte la ricchezza di collaborare con lui nel corso della mia attività e ho sempre ammirato il suo approccio autorevole a ogni questione che riguardasse il mondo della scuola. Ho riscontrato personalmente la devozione che nei suoi confronti nutrivano tutti i suoi alunni, cosa che non accade se non hai lasciato un’impronta importante nella loro vita, come solo i grandi pedagoghi sanno fare. All’intera famiglia rivolgo un abbraccio affettuoso“. (Josè Trovato)