di Pinella Crimì*

Questa estate sarà ricordata da tanti come il tempo della gioia e dell’orgoglio per le vittorie sportive del Paese, accompagnate dal bollettino quotidiano dei contagi, dalle informazioni sul numero delle immunizzazioni, dall’incertezza collettiva sul presente e sul futuro.
La fatica più grande per famiglie e ragazzi è, ancora una volta, legata alla scuola: come si ripartirà a settembre, in quali condizioni, con quali criteri? È inevitabile che i genitori si chiedano in che modo i figli potranno portare avanti la propria formazione scolastica, per poterli accompagnare in modo adeguato, così come sono legittime le domande sull’organizzazione di tutto ciò che incide sulla vita scolastica, dai trasporti alla capienza delle aule.
Tutto ciò ricade sull’organizzazione domestica e, soprattutto, sulla gestione quotidiana da parte delle mamme, sulle quali ricade la maggiore responsabilità della vita familiare. I dati, infatti, mostrano come, in questi due anni, siano state soprattutto le mamme di bambini da 0 a 13 anni ad aver perso il lavoro o a dover fare la scelta obbligata della riduzione dell’orario lavorativo, così come risultano aumentate le richieste di accesso alle terapie psicologiche legate a disturbi d’ansia da parte di mamme di tutte le età. È come se fosse cresciuto il senso di inadeguatezza rispetto alle incombenze quotidiane e al dover rispondere alle aspettative di tutti. Perché le donne sono multitasking, si sa. Le donne sanno essere mogli amorevoli, buone madri, eccellenti lavoratrici, ottime amiche.
Ma, per essere tutto questo, è necessario che la comunità in cui vivono le metta in condizione di non dover fare salti mortali per conciliare tutto. Occorre liberare le donne dal senso di colpa dovuto alla costrizione di dover scegliere tra differenti necessità, tutte ugualmente importanti. Occorre dire alle mogli che possono essere sostenute dai compagni di vita, perché il matrimonio implica il mutuo sostegno. Occorre dire alle madri che la loro opera educativa è preziosa e fondamentale perché le cose funzionino nella società. Saranno i loro figli, infatti, i cittadini che dovranno lavorare per custodire e migliorare il luogo in cui si troveranno a vivere e molto dipenderà dai valori ai quali sono stati educati. Occorre dire alle donne che anche loro hanno il diritto di fermarsi per ripartire ancora più forti, seguendo l’esempio di Simone Biles, perché i riconoscimenti sono importanti, ma il senso di interezza è una medaglia dal valore inestimabile.

*membro del Consiglio Direttivo del Forum delle associazioni familiari