di Lucio Sergio Catilina
Scusatemi ma, con tutto il rispetto per molti dei vostri contemporanei che si sono rivelati veri esperti di complotti e tradimenti, ritengo di essere ancora il mago della congiura.
Il professionista raffinato e, ovviamente, occulto di ogni tipo di macchinazione di tutti i tempi.
Se così non fosse, nelle vostre scuole non si continuerebbero a studiare le mie gesta, declamate da quel preclaro esempio ( faccio per dire) di correttezza politico – istituzionale, che fu Cicerone e riprese ( si fa sempre per dire) da quel galantuomo di Sallustio.
Per mia esperienza, ogni cospirazione cova, nasce, si sviluppa ed esplode sempre per sovvertire e distruggere una certa situazione socio-politica e porre le basi per un nuovo ordine, che garantisca ai congiurati privilegi e benefizi d’ogni genere.
Sempre per mia esperienza, l’ esplosione di una congiura non è mai indolore e i congiurati non si fanno scrupolo, per raggiungere i loro scopi, di fare leva sulle ingenue aspettative delle vittime medesime.
Credetemi, quindi, se vi dico che in Afghanistan si sta consumando una congiura, ordita con disinvolta spregiudicatezza dalle tre grandi potenze mondiali; credetemi sulla mia parola di congiuratore.
Cina, Russia e Stati Uniti d’America si ritrovano, paradossalmente insieme, ad essere attori protagonisti della tragedia umana, che dilania un popolo; mentre l’Europa, sazia della sua ignavia ed in preda ad un’infamante crisi di identità politica, oltre che culturale, aspetta per dire efficacemente la sua.
Praticamente, solo la Merkel ancora una volta riesce a tirare fuori quegli attributi maschili, che negli altri capi europei si sono ritratti.
Appare molto improbabile che i governanti dei tre Stati si siano mai incontrati o si siano sentiti per spartirsi con equanime soddisfazione le spoglie dell’economia afghana, ma meglio non metterci la mano sul fuoco; anche perchè, è evidente che ciascuno di essi ha da guadagnare notevolmente da questa immane tragedia.
Nel frattempo, i nostri ministri degli esteri preferiscono arrostirsi al sole di agosto, nell’attesa che la situazione diventi tanto chiara, da consentire loro di continuare a crogiolarsi nel cinico brodo della loro disonorevole ignavia.
Proprio dall’ignavia europea traggono forza e vigore i tre grandi congiurati.
Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti d’ America che, non ha ancora capito che la sua nazione vive i tempi del basso Impero e ostenta l’aria preoccupata e nel contempo rasserenante del dottore Borotalco con lo sguardo rivolto ai fabbricanti di quelle armi, che magari saranno destinate indistintamente a tutte le fazioni afghane.
Wladimir Putin che, da indiscusso campione delle garanzie democratiche e costituzionali in Russia, pontifica sull’ esportazione della democrazia, sottolineando che le differenze devono essere rispettate e sottintendendo che ogni popolo debba avere il diritto di autodeterminarsi e di darsi il governo che più gli aggrada. ( Se lo dice lui!?)
Xi Jinping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese, che pur non espondendosi in prima persona favorisce il dialogo con i Talebani, assicurando loro sostegno e mezzi finaziari e , allo stesso tempo sedendosi alla riva del fiume per aspettare che passi il cadavere del nemico o di qualche amico scomodo.
L’ Europa, intanto, persevera nella conduzione della sua politica estera senza mai prendere una concreta iniziativa, mettendosi l’animo in pace con generiche quanto inutili dichiarazioni di carattere umanitario, incoraggiate e supportate dal Romano Pontefice, in attesa che la situazione si definisca, perchè alla fine l’importante è farsi i fatti propri e trarre il maggiore profitto. “Franza o Spagna, purchè se magna” come sentenziava Guicciardini!
In ossequio al pensiero guicciardiniano, molti specie in Italia pur di non dispiacere a nessuno si arrampicano su dichiarazioni di vera e propria acrobazia politica del tipo che alla fine ogni popolo è libero di darsi la forma di governo che più gli piace e che, in fondo, forse i talebani non sono sporchi, brutti e cattivi e che bisogna dare loro il tempo di mostrare il vero volto.
Per quanto riguarda la Libertà (quella con la maiuscola) mi permetto di ricordare che Essa è tale, quando rispetta quella degli altri; e non mi pare proprio che il governo dei Talebani condivida questo concetto.
Non risulta, inoltre, che qualcuno sia mai voluto fuggire drammaticamente dalla Libertà; mentre, al contrario, risulta dalle immagini televisive, dalle quali inutilmente vorremmo distogliere lo sguardo, che la gente scappa. Scappa, incurante della propria dignità e della morte e giungendo a compiere persino il più lancinante, il più estremo degli atti sacrificali, che possa essere chiesto ad una mamma, staccarsi dal proprio bambino, per consegnarlo ed affidarlo ad uno straniero, che possa farlo vivere “libero”.
Per quanto riguarda, poi, l’attesa di vedere il vero volto dei Talebani, mi permetto ancora di rimandare “ lor signori illustrissimi” ad una rilettura di Pirandello (presumendo che mai lo abbiano letto), al fine di prendere in considerazione il fatto che quasi mai abbiamo la fortuna di vedere il vero volto della gente.
Per adesso, accontentiamoci di vedere le “maschere” di questi giovani (anche loro sensibili al narcisismo del selfie),subornati dai marpioni della teocrazia, che impugnano il mitra contro i loro simili nella convinta presunzione di compiere la volontà di un Dio, che nei fatti si rivela crudele e vendicativo.
Accontentiamoci e speriamo che quella maschera non cada mai;
correremmo il rischio di non trovare alcun volto, ma lo scheletro di un cranio emaciato dall’oppio e devastato dal fanatismo religioso.