Accadde a Novembre è un bel romanzo, caratterizzato da una scrittura sicura ed elegante e da una trama ordinata, piacevolmente fluente e stimolante nel suo ampio svolgimento. Ne è autore Giuseppe Sammartino, alla sua prima prova narrativa, che segue però a due precedenti produzioni saggistiche di acclamato valore. Il suo lavoro, pubblicato da Euno book (2021, pag. 240 euro 14,00) tratteggia il complicato svolgersi, in Sicilia, di una vicenda familiare e d’amore nel difficile contesto storico degli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale.
 Luigi Mantegna e Francesca Prezzavento, i due personaggi, protagonisti del romanzo, giovani e belli, si conoscono, si attraggono e si sposano fidando nell’eternità del loro euforico, intenso, esclusivo ed assoluto stato di innamoramento. Ma sono due persone diverse, per nascita e quindi per appartenenza sociale, per formazione e cultura, per carattere e mentalità. Per cui, anche se loro unione è saldamente annodata mentre è appagata nei sensi (“nell’intimità dell’alcova […]i loro giovanili corpi ben giunti, con reciproco gradimento, si roteavano all’unisono in maniera armoniosa, come strumenti musicali accordati in mano a musicisti di talento che eseguono alla perfezione musiche celestiali”) comincia a sfilacciarsi quando è tempo di condividere le scelte e i progetti immediati della vita quotidiana e quelli più lunghi del loro avvenire.
Luigi è un nobile, che ha ereditato l’imponente proprietà terriera del genitore, situata nella parte occidentale e costiera della Sicilia, sapendola mettere a frutto e rendendola una realtà aziendale moderna e produttiva, dopo i consueti e ‘canonici’ anni di dissipatezza economica e morale, trascorsi – in linea con le abitudini della gioventù del suo rango in quel tempo – a far sesso, ad oziare e a giocare d’azzardo.
Francesca è la quinta figlia di un bracciante di un paesino dell’entroterra, di modestissime condizioni economiche ma retto nei valori e nei comportamenti e fiducioso nelle capacità della figlia che, infatti, studia, si laurea in Lettere e subito insegna nel suo isolato e montuoso ma amato paese.
Luigi, seppur valente e moderno imprenditore è arcaico nei suoi convincimenti e nelle sue azioni, pretendendo un’assoluta preminenza su tutto ciò che riguarda la loro vita familiare.
Francesca, istruita e sensibile, mal accetta la condizione di moglie sempre obbediente e sottomessa e si ritrova costretta, ad un certo punto, a convivere con la cognata Anna, una zitella gelosa e cattiva, da sempre contraria, per pregiudizi sociali, all’unione matrimoniale del fratello Luigi, detentore del titolo di Conte, con la popolana Francesca.
Accadrà che pesanti parole e prepotenti comportamenti nei riguardi di Francesca, sia da parte della cognata che del marito, incrineranno la relazione tra i due protagonisti del romanzo, avviando la storia,sapientemente narrata da Sammartino, verso eventi che pur drammatici ed estremi, daranno però la convincente prova dell’esistenza di un legame forte e profondo tra Luigi e Francesca, nel segno di un sicuro amore, presente e forte nel profondo del loro animo ma concepito e agito dai due in maniera molto diversa.
Romanzo appassionato, quello di Sammartino, di peccati e di redenzioni, di dolore e di compassione, che celebra l’Amore come il sentimento fondamentale che dà senso alla vita, prossima e terrena, e la Fede – che fa capolino in ogni momento importante della narrazione -che dà speranza in quella eterna ed ultramondana. Quelle di Sammartino, sono inoltre pagine altamente pregevoli quando fanno emergere, nitide e ben definite, le fisionomie e le psicologie dei personaggi; quando rendono con efficacia le diverse atmosfere degli ambienti e dei luoghi (eleganti ed opulenti, ma chiaramente frutto dell’ingiusto privilegio dei nobili, sono le dimore nelle quali ha vissuto Luigi e umili ma calorose e piene di vita sono le case del borgo, modesto e contadino, ancorché carico di storia e di glorie passate, in cui è cresciuta Francesca); quando fanno intravedere, con scrupolo e precisione storica, la Sicilia degli anni ’50 del secolo scorso, nei suoi rilevanti cambiamenti sociali e nella sua modernizzazione.
Il romanzo di Sammartino, ha il ritmo e il palpito di una storia avvincente e vera. E si distingue, nell’ampia produzione letteraria che ha raccontato e racconta la vita e le vicende dei ‘gattopardi’ siciliani, per le dense e convincenti riflessioni morali ed educative che contiene.
Silvestro Li Volsi