di Ferdinando De Francesco 

Onore e memoria per Donne e Uomini delle Forze Armate, caduti a difesa delle Genti e dei Paesi, minacciati da violenze, dittature e guerre in ogni parte del Mondo.
 
Con questi emozionanti umanitari sentimenti, come persone e come associazione, vogliamo ricordare il sacrificio e la memoria per donne ed uomini in divisa che nel tempo hanno perso la vita o mutilati delle normali funzioni articolari.
 
Qui poi una personale testimonianza di famiglia per mio zio materno l’avellinese, Vincenzo De Girolamo, che voglio anche oggi ricordare diciottenne, arruolato per la leva obbligatoria e subito inviato in missione alla “conquista” della Russia.Disperso per oltre 50 anni e poi, a seguito delle “aperture” sovietiche (post caduta muro di Berlino), zio Vincenzo fu dichiarato “morto”, per freddo e per fame, ritrovato di una fossa comune all’interno di un campo prigione militare sovietico.
 
In quel luogo le “Autorità” Russe hanno edificato poi un monumento ai Caduti senza poter procedere al recupero ed al riconoscimento delle salme.
 
Questa e così la notizia dai Carabinieri fu comunicata alle sorelle Giovanna,Gerarda e Carmela Maria (mia madre) con la consegna di 2 fogli di cui uno riproduceva il “sito” con stele laddove nella fossa comune erano stati seppelliti tutti i militari italiani deceduti per freddo e per fame.
 
Per oltre 50 anni abbiamo semplicemente pregato che un “miracolo” ci potesse donare una bellissima notizia relativa al ritrovamento in vita di zio Vincenzo De Girolamo; ciò senza mai scrivere o interessare le Autorità Istituzionali Civili e Militari. Si riaccendeva la speranza solo ogni volta che in tv si riparlava di militari dispersi in Russia e poi “ritrovati” in vita perché accolti nelle lande sperdute da famiglie di contadini sovietici che umanamente e generosamente li avevano salvati.
 
Mia zia Giovanna,prima di passar a miglior “vita”, a testimonianza della memoria di famiglia, poiché io Ferdinando porto il nome del nonno materno, mi consegnò le ultime “cartoline”, scritte a matita, che zio Vincenzo aveva inviato dal “fronte”,pregando i familiari di interessarsi per il suo rientro in Patria e a casa.
 
Il 4 novembre 1988, caporale dell’Esercito Italiano, eletto nel CO.I.R. Sicilia (Coordinamento Intermedio Regionale in rappresentanza di tutta la categoria “Militari di Leva”) ad Enna, fui onorato di essere  comandato in missione per far parte del picchetto d’onore presso il Monumento del Milite Ignoto e dei Caduti.
04 Novembre 2021                                                                                       
Evviva le Forze Armate d’Italia