di Cetty D’Angelo

Dune è la nuova fatica del regista Denis Villeneuve, presentata in anteprima fuori concorso alla 78esima Mostra Internazionale del cinema di Venezia. Il film, remake del film del 1984, è l’ adattamento della prima parte dell’ omonimo romanzo di fantascienza di Frank Herbert. Il regista ha scelto infatti di dividere le 700 pagine del libro di Herbert in due film. Questa prima parte, di durata considerevole, appare molto fedele al romanzo originale. Nel futuro l’universo è dominato da un sistema feudale guidato da un Imperatore sotto cui si contrappongono diverse casate nobili. Alla casata Atreides viene affidato il comando del pianeta Arrakis, noto come Dune, controllato fino a quel momento dagli Harkonnen per l’estrazione della Spezia, una preziosissima sostanza tipica del pianeta, indispensabile per i viaggi interplanetari. Tale manovra dell’Imperatore si rivelerà una congiura per eliminare la casata Atreides. Paul, il figlio del Duca Leto, capo della casata, ha però dei particolari poteri che gli permetteranno di salvarsi insieme alla madre Lady Jessica.
Denis Villeneuve, regista ormai affezionato al genere fantascientifico, di cui aveva già dato notevoli prove con Blade Runner  2049 e Arrival, realizza un film di fantascienza di altissimo livello, raro da trovare fra i film dello stesso genere recenti. La regia di Villeneuve crea una pellicola di grande spettacolarità, arricchita dagli effetti speciali notevoli e dalle splendide scenografie dei pianeti futuristici. A contribuire a tale grandiosità si aggiunge un’attenzione particolare per l’armamentario della civiltà futura, costumi, navicelle spaziali, armi ecc, ritratte con dovizia di particolari. Costumi e trucco sono originali e coadiuvano all’ impatto visivo deciso. La fotografia scura, il tono epico e tragico, che si uniscono a momenti profetici, fanno di Dune un film intenso e potente. Vincente la scelta di Timothée Chalamet nei panni del giovane Paul. Spicca certamente Rebecca Ferguson  per l’interpretazione di Lady Jessica.