Barrafranca. La tenera immagine dell’Albero della Purezza, rivestito con i bigliettini contenenti le frasi degli studenti dell’Istituto Comprensivo San Giovanni Bosco, plesso Don Milani. E’ stato celebrato così, con un’inaugurazione densa di emozioni, il ricordo di Francesco Ferreri, il tredicenne che fu ucciso il 16 dicembre del 2005 a Barrafranca, il cui corpo senza vita fu rinvenuto due giorni dopo in una discarica in contrada Bessina, nella periferia del paese, sotto il ciglio della strada che porta alla diga Ogliastro. Francesco era uscito da casa venerdì pomeriggio per partecipare a una novena e da quel momento si erano perse le sue tracce nonostante le ricerche, fatte partire immediatamente dai genitori. Qualcuno lo aveva ripetutamente e barbaramente colpito in testa con una chiave da idraulico. Un delitto orrendo.
La mamma e il papà di Francesco, che non hanno mai smesso di chiedere giustizia per il loro bambino – nonostante l’inchiesta sul delitto, più volte riaperta, non abbia mai portato alla condanna dell’assassino, o degli assassini – sono stati presenti a scuola venerdì mattina ad ascoltare quei ragazzini, nell’ambito di un evento che è stato fortemente voluto anche quest’anno dalla dirigente scolastica Nadia Rizzo. C’erano le funzioni strumentali del progetto legalità: le docenti Marianna Tambè e Concetta Ciulla, i professori della scuola, il presidente del consiglio d’istituto. Il momento clou dell’evento, ovviamente, è stato contrassegnato dalla lettura delle frasi dei ragazzi per Francesco. “Ciò che è successo è da ricordare, perchè accaduto a un ragazzo come noi”; “dobbiamo perdonare senza dimenticare”; e, ancora, “Francesco Ferreri sei con tutti noi. E per quello che ti è successo verrai ripagato”. I docenti hanno definito questo albero un “punto d’incontro”, dove i ragazzini possono fermarsi a leggere, confrontarsi e anche aggiungere nuovi biglietti, nuove frasi.
“Il ricordo del dolce sorriso di Francesco è vivo – ha detto la Dirigente, introducendo l’inaugurazione dell’albero -. Noi adulti, noi educatori, noi appartenenti al mondo della scuola, abbiamo il dovere di fare memoria per custodirlo, questo ricordo, per fare in modo che tutti i ragazzi abbiano garantiti tutti i diritti e soprattutto il diritto alla vita”.