Pubblichiamo la nota di Michele Baldi, consigliere comunale di Enna, sulla crisi del Comune di Enna. by EnnaOraSe l’apertura della crisi politica ha trovato forti motivazioni nelle dichiarazioni rese in Consiglio Comunale dai Consiglieri di maggioranza dissidenti che, con forza, hanno segnalato e denunciato criticità certamente non marginali ascritte al Sindaco, non è altrettanto chiaro quali motivazioni hanno accompagnato la “soluzione della crisi” che con fierezza il Primo Cittadino ha reso nota con dichiarazione alla stampa.Il dibattito politico ha di contro consegnato alla cronaca un quadro che sa più di compromesso ed espressione della incapacità dei dissidenti di mantenere serrate le fila e di continuare a rivendicare con forza quel cambio di passo che era stato dichiarato quale condizione necessaria per il ritorno alla postazioni di partenza. Di fronte ad un Sindaco che non rinnegato anzi valorizzato quanto fatto in questo ultimo anno, i dissidenti si sono trovati ad un bivio; o abbandonare definitivamente la nave o mestamente riprendere le file con forza disertate, sperando nella clemenza del comandante (Così si è definito il Primo Cittadino).Certamente una diversa spiegazione non possiamo trovarla nella confusione che ancora ieri offuscava i pensieri della Consigliera Campanile, avendo confermato, per sua stessa ammissione, in toto le gravi accusa mosse a suo tempo all’indirizzo del Sindaco, rilevando la mancanza di una plausibile collocazione alternativa, tanto da essersi determinata a ritornare a fianco del Sindaco, investendo sul solo rapporto personale – almeno per quanto è stato dato comprendere.Di diverso contenuto, l’intervento del consigliere Contino che ha parlato di un dialogo ritrovato, senza tuttavia far cenno o riferimento al fatto che si siano create le condizioni per il cambio di passo invocato con forza il non lontano 23 ottobre.Ogni aspettativa è stata comunque delusa; era legittimo aspettarsi un comunicato, un dibattito in cui dissidenti da una parte e Sindaco dall’altro spiegassero il perché le circostanziate contestazioni che avevano determinato l’apertura della crisi dovessero ritenersi superate o comunque superabili, non apparendo sufficiente il ritrovato dialogo avrebbe dovuto essere data prova delle azioni rispetto alle quali si è creata la ritrovata convergenza. Peraltro al Sindaco è stato riconosciuto da qualcuno dei dissidenti il merito di aver tenuto la schiena dritta ed un interrogativo allora sorge spontaneo: a cambiare prospettiva sono stati quindi coloro i quali il 23 ottobre – con dichiarazione scritta e letta all’aula – additavano la nuova stagione dell’amministrazione Di Pietro come un ritorno alla politica clientelare, argomentando dell’utilizzo del Comune come un bancomat, lamentando l’allentamento del patto di rigore con gli elettori, e testualmente assumendo “LA CITTA’ STA ARRETRANDO ED E’ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI”?.L’utilizzo del termine “coerenza” da parte di alcuni tra i Consiglieri dissidenti appare allora quantomeno inopportuno se non addirittura improprio; discorso a parte la consigliera Macaluso che, parlando anche a nome del Consigliere Gargaglione, ha ribadito le critiche già espresse, determinandosi a non sottoscrivere il documento che avrebbe dovuto segnare la fine della crisi politica.La coerenza è cosa seria.Probabilmente da oggi le amarezze di appena due mesi fa si sono trasformate in sorrisi, avendo il Sindaco ridato fiducia agli assessori dimissionari, rinnovando loro le deleghe originariamente assegnate e da qui in poi potremo valutare se ci sarà quel deciso cambio di passo tanto declamato proprio dai due assessori – consiglieri già dimissionari. Attendo con impazienza anche di capire se rispetto al servizio Navetta, alla gestione del randagismo, ci sarà un ritorno alla politica del primo mandato così come con forza e veemenza ha rivendicato uno tra i dissidenti che già da una settimana ha confermato il rientro nel gruppo di apparteneza, confermando la propria fedeltà al Sindaco. Il tempo è galantuomo e le risposte non tarderanno ad arrivare; oggi rimane solo l’amarezza – quella vera – per una crisi che avrebbe potuto dare una svolta ad un percorso politico che sin dagli inizi è apparso in controtendenza rispetto alla precedente legislatura e la chiusura di due scuole materne, due eccellenze nel percorso di crescita dei nostri piccoli concittadini, rimarrà una cicatrice indelebile.

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