Enna. Una donna con il velo. Una donna di colore ispirata alla street-art. Una donna in gravidanza, donatrice di vita. E una donna-simbolo, appena accennata, tra i fiori. Sono alcune delle opere in esposizione a partire da oggi, con una data che ricade proprio, fatalmente, nel giorno della cosiddetta “festa delle donne”, l’8 marzo, la personale di “Gogòl Art” creata dall’artista Irene Varveri Nicoletti, al Teatro Garibaldi di Enna. L’arte, la più pura forma di espressione della sensibilità del genere umano, ha già da tempo sposato Gogòl, il progetto ideato dall’imprenditore ennese Mauro Todaro, reso grande dalla sua semplicità: è il simbolo di chi ce l’ha fatta, colmo di valori umani, emozioni ed entusiasmo. Per gli artisti che partecipano, sono state create dodici teche nel teatro, appositamente ricavate per un’esposizione permanente degli artisti che si sono messi in gioco in prima persona. “Proprio in questi giorni è stata diffusa una statistica particolarmente interessante, a mio avviso, ed è quella che dice che nel nostro territorio, in provincia di Enna, c’è il più alto tasso di donne manager rispetto agli uomini – afferma l’artista – peraltro in una regione, la Sicilia, che a sua volta è prima in Italia. Le sagome sono state realizzate tutte in acrilico su basi in polistirolo, prive di angoli, generatori di sorriso e di opportunità”.

L’obiettivo di Gogòl Art è offrire visibilità a chi vuole esprimere messaggi all’insegna del sorriso, attraverso uno strumento, il Gogòl, che in questi anni ha avuto ambasciatori di portata mondiale, essendo stato consegnato persino a Papa Francesco, oltre a numerose personalità del mondo dello sport, come Valentino Rossi, attori come Renato Pozzetto e Rocco Papaleo, e tanti atleti paralimpici.

Il progetto Gogòl nasce inizialmente per strappare un sorriso a tutti quegli imprenditori “coraggiosi” che dimostravano l’audacia di voler rischiare; e dal concetto “ti regalo un sorriso se mi fai un sorriso”, diventato il simbolo di chi ce l’ha fatta, di chi ha creduto in sé stesso, estendendosi dal solo ambito imprenditoriale, a quello dello sport, dell’arte, della solidarietà e della disabilità.

Ebbe inizio nell’entroterra della Sicilia nel 2016 ed oggi è nel Mondo catalizzando attorno a sé il meglio del meglio, persone e organizzazioni che rappresentano chi “credendo in se e pensando positivo nonostante tutto e tutti ha raggiunto il suo obiettivo/sogno e chi dono il Sorriso a chi ne ha più bisogno. Esempi virtuosi da monito per chi non crede più…”.

Ogni persona premiata con il Gogòl diventa “Ambasciatore del Sorriso”, mettendosi alla ricerca di nuovi ambasciatori che da nord al sud, da est a ovest contamineranno il mondo di questa straordinaria rivoluzione positiva che mette al centro il valore dell’uomo, del territorio e del lavoro. La missione di Gogòl è quella di ridare fiducia, di infondere il valore della positività, dell’inclusione e dell’impegno attraverso il sorriso.

Oggi Gogòl conta quasi 2.900 ambasciatori del sorriso che da Enna, sua città natale, ha viaggiato per la Tanzania, Guinea, Zambia, Senegal, Cambogia, Russia, Turchia, Stati Uniti, Giappone, Canada, Emirati Arabi, Irlanda, Bulgaria, Malta, Germania e Belgio. Questo perché Gogòl nasce per ricordare a tutti che solo con il sorriso, con la positività, passando attraverso la solidarietà e la voglia di riscatto, si può raggiungere la felicità, rappresentata dal sentirsi in pace con sè stessi e con gli altri per aver raggiunto i propri obiettivi. “Dopo averlo reso riconoscibile e carico di valori – spiega Todaro – ho voluto che Gogòl potesse divenire anche un’opportunità di espressione di tutti, più o meno adatti o portati all’arte, ma che ne fossero felici e fieri per averlo personalizzato e donato, consci di aver messo il loro amore e le loro emozioni per un progetto che ne era divenuto il loro. Il Gogòl semplice, nella forma e nel materiale, nasce neutro, sono gli artisti a dargli un volto, un nome e una storia caricandolo di emozione”.

“Porteremo avanti Gogòl Art con la nostra idea di un museo delle opere permanente e itinerante, sempre e solo in location importanti e comunque uniche, dove le opere ruoteranno e gli artisti ne trarranno una grande visibilità – conclude Todaro -. E questo anche perché le opere saranno i soggetti per calendari e cartoline, cartacee o promosse sul web. Vengono al teatro Garibaldi ad ammirare i Gogòl anche tante persone da fuori. I Gogòl decorati sono più di 600 e fanno tutti parte di un museo permanente e itinerante. Chiunque si avvicina a Gogòl Art, per donare Gogòl, è una persona che dimostra una sensibilità particolare: facendolo, contribuisce affinchè il progetto vada avanti. Per questo è un piacere dedicare a loro delle mostre personali, come quella di Irene Varveri Nicoletti”.