“Vengono da Kiev, Mariupol e dintorni. Sono arrivati con ogni mezzo. Hanno percorso più di mille chilometri per raggiungere la linea di confine con la Polonia. Sono i 48 essere umani di nazionalità Ucraina che in questo momento sono con me sul pullman. Sono quasi tutte mamme con i loro bambini. I loro mariti sono rimasti dalle parti in cui le bombe cadono a grappoli. Ogni tanto si accende il loro telefono. È la video chiamata che arriva dal fronte di guerra. I padri vogliono rassicurarsi che le loro moglie ed i loro figli sono al sicuro”. E’ la testimonianza, tratta dal suo profilo di Facebook, di Agostino Sella, presidente del cda dell’associazione Don Bosco 2000, di rientro da Przemyls, città al confine ucraino, da dove aveva raccontato la sera prima dei bombardamenti, a pochi chilometri dal luogo in cui si trovavano, definendo questa guerra “assurda, come tutte le guerre”.

“Faccio tanta fatica a capire tutto questo. Proprio tanta. È inaccettabile. È stato inaccettabile vedere per 4 giorni di seguito migliaia di persone arrivare al centro di smistamento di esseri umani di Pszemils. È stato pesante. Ogni tanto non ce la facevo e mi isolavo. Mi è sembrato di vivere i tempi nefasti delle deportazioni, tempo che non ho mai vissuto. Migliaia di persone arrivavano senza sosta, e con grande dignità, si posavano in silenzio sopra una brandina, in attesa di trovare qualcuno che li portasse da qualche altra parte d’Europa. Con grande ordine, grande dignità. È gente che ha lasciato le proprie case, ì propri affetti. Milioni di persone costrette a rinunciare alla propria vita per colpa di un folle, un pazzo sanguinario, che cerca gloria ammazzando i sogni di milioni di persone”.

“Eppure sul nostro pullman nonostante la tristezza regna una strana pace. La dignità di questi 48 esseri umani e di tutto il popolo ucraino è talmente forte che si fa speranza e amore. C’è una canzone di Battiato che dice “tutto l’universo obbedisce all’amore”. Ed è proprio così. È paradossale ma in questo contesto di guerra sento crescere l’amore tra noi, uomini e popoli di pace. Con i 48 Ucraini, fino a qualche ora fa, non ci conoscevamo. Eppure da quando siamo partiti gli sguardi tra di noi, obbediscono all’amore.  Ci sfioriamo, ci sorridiamo, ci addormentiamo vicino l’un con l’altro. E poi ci guardiamo: “ed è in certi sguardi che si intravede l’infinito”. Quell’infinito così grande che sconfigge ogni folle guerra dell’uomo. Tutto l’universo stasera, nonostante le bombe, obbedisce all’amore”