di Paolo Di Marco

Ad Enna la società civile, le organizzazioni professionali e il mondo politico si mobilitano per affermare nei confronti della Regione la giusta aspettativa rispetto la realizzazione del Policlinico che deve trovare la sua sede là dove è stanziata l’università Kore. Adesso anche il sindacato fa la voce grossa per bocca di Antonio Malaguarnera segretario provinciale della Cgil: “Quelle che ho letto e che provengono da Caltanissetta mi appaiono come polemiche insensate. Enna è sede dell’università Kore ed ha due facoltà di Medicina quindi logica e buon senso vuole che il Policlinico deve essere costituito nella stessa città. Per raggiungere questo obiettivo siamo pronti a fare le barricate. Siamo, altresì, consapevoli che Enna negli anni ha pagato un prezzo altissimo ai tagli di enti, istituzioni e aziende sempre a profitto di Caltanissetta, un altro scippo non è proprio sopportabile. Ma lasciando queste polemiche che non mi appassionano reputo, invece, necessario un approfondito dialogo con chi rappresenta i territori nisseni.”  Enna e Caltanissetta, due città piccole, che vivono le stesse problematiche dell’entroterra isolano. “Se paragoniamo i nostri territori – continua Antonio Malaguarnera – alle altre realtà isolane ci accorgiamo di quanto siamo piccoli e quindi alimentare guerre fra i poveri, come già accaduto per l’emodinamica, non giova a nessuno. Se invece raccordiamo le forze potremmo recitare il giusto ruolo che ci appartiene.” Cosa propone? “Di sederci attorno ad un tavolo e ragionare sulle vere e reali prospettive di sviluppo dell’intero entroterra siciliano dove Enna e Caltanissetta risiedono. Ribadisco – conclude il segretario provinciale della Cgil – che la guerra fra i poveri porta benefici solo ai ricchi, noi dovremmo condividere di buon grado e senza gelosie quanto di buono abbiamo e metterlo in moto per assicurare lo sviluppo ad un’area vasta.”

Anche il delegato della Confindustria ennese Fabio Montesano è arciconvinto che “il Policlinico debba necessariamente nascere dove l’università Kore ha le proprie strutture”. A questa basilare prerogativa si aggiunge anche che “Enna dispone di strutture sanitarie prossime e contigue che si prestano benissimo ad offrire alle facoltà di Medicina ciò che hanno bisogno per assicurare al popolo universitario il sostegno necessario per insegnare ed apprendere. Ritengo – conclude Fabio Montesano – che sia assolutamente scontato che il Policlinico universitario debba trovare sede ad Enna.”

Nella diatriba una posizione netta è stata presa anche dal Forum “Enna 2030” che si occupa dell’animazione dello sviluppo territoriale, Pnrr. Al Forum hanno già aderito e da tempo sono al lavoro ben 18 sindaci su 20 e i rappresentanti delle maggiori organizzazioni datoriali e professionali, nonché i sindacati. Nella nota il Forum “Enna 2030” sottolinea che “tra gli obiettivi che persegue c’è anche quello di stimolare e animare l’intero territorio della Sicilia centrale nella cosiddetta individuazione di Area vasta”. Insomma dialogo aperto e auspicato con Caltanissetta. Ciò non toglie che nell’ultima seduta il coordinamento il Forum ha valutato negativamente la proposta dell’Assessorato Regionale alla Salute di dare vita ad un “Policlinico diffuso”. Respinge la proposta poiché è “impraticabile sia da un punto di vista legale che pratico.” Il coordinamento ritiene che “il posto naturale dove far sorgere il Policlinico sia il territorio ennese lo stesso che conta due Facoltà di Medicina, Kore e Dunarea de Jos”. Non solo ma riguardo la situazione dei presidi sanitari nel Centro Sicilia “ritiene che vada rivendicato per tutta l’area vasta un progetto complessivo di ristrutturazione costituendo dei poli di eccellenza e di alta specializzazione che possano gravitare attorno allo stesso nascituro policlinico.” Ecco perchè “la battaglia e le rivendicazioni vanno condotte assieme ai territori compresi in questa area vasta, ennese e nisseno, evitando la guerra tra poveri e cercando, invece, di creare condizioni e servizi all’altezza dei tempi.”

Salvatore La Terra presidente dell’associazione Mondoperaio mette l’accento su un aspetto, per la verità, poco gradito da molti ambienti. Riguarda la partecipazione attiva del vescovado di Caltanissetta a riunioni o richieste tendenti a privare la comunità ennese di servizi o strutture essenziali. Prima sull’emodinamica e poi sul Policlinico. “Ci è sembrato – dice La Terra – assolutamente improprio l’attegiamento avuto dal delegato del vescovo di Caltanissetta su una rivendicazione di un territorio contro un altro territorio”. Attegiamento che le cronache non hanno registrato da parte dei vescovadi di Piazza Armerina o Nicosia.