Sarà la Cassazione a stabilire se il post pubblicato sul profilo social della giornalista Pierelisa Rizzo, denunciata da Don Giuseppe Rugolo per diffamazione e pubblicazione di atti procedurali, dovrà essere oscurato. A denunciare la giornalista è stato proprio Don Rugolo, il sacerdote arrestato per violenza sessuale su minori. Rugolo aveva chiesto il sequestro dei supporti informatici delle pen drive e dei telefoni della giornalista e la cancellazione del post nel quale vengono mostrate le chat, a sfondo sessuale, intercorse tra il sacerdote ed un giovane della provincia di Ferrara.

La Procura di Enna, però, non ha ritenuto di procedere al sequestro, le chat erano già contenute nell’ordinanza di arresto del sacerdote dell’aprile dello scorso anno, e si è appellata alla Cassazione sulla decisione del Gip di procedere all’oscuramento del post. “È un chiaro tentativo di intimidazione per evitare che io possa continuare a scrivere su questa terribile vicenda – dice Pierelisa Rizzo -. La denuncia, alterando la verità, sostiene che quelle chat sarebbero state lette, per la prima volta, in aula durante la scorsa udienza del 29 aprile, nel processo che si celebra a porte chiuse. In realtà io ho solo fatto il mio lavoro informando correttamente i lettori a fronte di testate giornalistiche e colleghi che, senza alcun fondamento, si ostinano a scrivere che nel pc di Rugolo non ci sono contenuti a sfondo sessuale. Per questo sto valutando, insieme ai miei avvocati, la possibilità di procedere per vie legali”.