di Concetto Prestifilippo

«Indire le primarie del Pd in provincia di Enna è stato grave un errore politico. Preso atto di quanto è stato improvvidamente deciso, pur non condividendo il ricorso alle primarie, sento la necessità i schierarmi in maniera netta, senza infingimenti. Indicazione che rivolgo al mondo sindacale e ai riformisti della provincia di Enna, votare per Fabio Venezia».

Non usa mezzi termini Salvatore Laterra, presidente dell’associazione Mondoperaio, ex segretario provinciale della Uil di Enna, a lungo componente della segreteria regionale dello stesso sindacato. Esponente politico da sempre impegnato sul fronte dell’impegno sociale e dell’associazionismo.

«Le primarie potrebbero sortire il solo effetto di lacerare il Partito democratico della provincia di Enna – precisa ancora Laterra – Ecco perché, a mio avviso, si tratta di un grave errore politico. Si poteva evitare. Nel nostro territorio era, già da tempo, emersa nettamente la figura di un giovane e brillante amministratore come il sindaco di Troina. Venezia incarna perfettamente il profilo del candidato progressista per le prossime consultazioni regionali d’autunno»

Perché sente il bisogno di operare questo appello pubblico?

«Perché intravedo un grave rischio. Se non si riuscirà a sanare la pesante divisione creata dalle primarie del Pd, potremmo perdere la deputazione regionale di sinistra della nostra provincia. Il solo candidato che ha serie possibilità di approdare all’Assemblea regionale è Venezia. L’unico che riesce a interloquire e confrontarsi con le componenti cattoliche e progressiste del Partito democratico.  Di più, sono fermamente convinto che a lui presteranno attenzione e consenso anche aree più vaste dell’elettorato provinciale. Non vorrei ricorrere a frasi abusate, ma siamo al cospetto di un autentico punto di svolta della politica ennese. È sotto gli occhi di tutti il lento e inesorabile processo di marginalizzazione della nostra provincia. Enna e la sua provincia sono lontane da ogni processo di sviluppo. Le stime prospettano un processo di desertificazione e spopolamento. Serve un rappresentante che possa ridare slancio al nostro territorio. Un deputato in grado di formulare un piano di sistema. A mio modesto avviso, questo ruolo può rivestirlo un giovane e coraggioso amministratore come Fabio. Il riferimento alla dote del suo coraggio, è quello che lo ha costretto a vivere sotto scorta, proprio per aver operato scelte amministrative che hanno rotto equilibri cristallizzati da anni. Ovviamente, l’indicazione di votare Fabio Venezia, non è quella di firmare deleghe in bianco, come è accaduto in tutti questi decenni. A lui il compito, non semplice, di prestare ascolto e dare voce alle varie realtà locali e procedere nella ricostruzione di una comunità politica dilaniata».

Perché ritiene inefficace lo strumento delle primarie?

«Perché oltre al rischio di dividere potrebbero consentire di falsarne il risultato. Spero non accada. Troverei a dir poco sconveniente che all’interno del dibattito della sinistra ennese si inserissero elementi di inquinamento del voto. Alludo, ovviamente, al serio rischio che possano recarsi alle urne anche elettori di altri schieramenti politici. Sarebbe sconveniente e inutile. Ma sono certo che, alla fine, il buonsenso prevarrà e la provincia di Enna tributerà un’autentica ovazione popolare a favore di Fabio Venezia».

Che ruolo politico può rivestire ancora la provincia di Enna?

«Paradossalmente, questo luogo periferico potrebbe assurgere a un ruolo centrale nello scenario politico regionale. L’indicazione di Caterina Chinnici candidata alla presidenza della regione, è un segnale importante. In un simile scenario politico, il ruolo di Fabio Venezia, sindaco di un paese dell’entroterra, rappresentante della provincia più estrema, potrebbe essere di grande interesse. Per questo penso che questo giovane rappresenti un’occasione storica per il nostro territorio. Non possiamo permetterci di sprecare questa congiuntura politica per un’insulsa e inutile conta antistorica. Sono fiducioso, alla fine, prevarrà il buonsenso e la saggezza»