di Paolo Di Marco

Fabio Venezia il Frecciarossa del Pd ennese. È sfrecciato come un fulmine in tutti i seggi dei venti comuni dell’Ennese, mettendo in saccoccia ben 9.897 preferenze. Per il dinamico sindaco di Troina che si è imposto da leader nelle primarie di domenica del Pd adesso si apre la partita vera per occupare uno degli scranni dell’Ars. Ha vinto le primarie battendo e più che doppiando il secondo, Giuseppe Arena 4.147 preferenze. Il terzo Totuccio Miroddi si è fermato a 1.691 preferenze non entrando mai nella disputa. Adesso alla dirigenza del Pd l’arduo compito di individuare la candidata donna da affiancare a Venezia. Primo spunto di riflessione sono proprio le primarie, perchè monche senza proporre a iscritti, simpatizzanti e altri anche una terna tutta rosa?

Ma veniamo ai dati. I votanti sarebbero stati 15.880 un dato eclatante a parere del segretario provinciale Vittorio Di Gangi che già domenica sera dopo il riscontro delle 19 poteva annunciare che la soglia dei 10.000 votanti era stata abbattuta. “Ma non solo – ammetteva Di Gangi – in molti comuni sono finite le schede e abbiamo provveduto ad inviarne altre.”

Un bagno di democrazia, la riscossa del popolo piddino.

Il dato è di una luce abbagliante ma bisogna stare attenti e scrutare dentro con un bel paio di occhiali da sole perchè le stranezze ci sono state.

Prima di tutto un riscontro con l’elezione regionale del 2017 quando la lista del Pd totalizzò ben 14.707 consensi eleggendo un deputato. Domenica tale soglia è stata superata. I candidati alle primarie, però, erano tre e non due come nella lista delle regionali. E un candidato in più porta tanti consensi. Prendendo a riferimento il terzo, Miroddi, vengono a mancare un migliaio di voti. Quindi ribadendo ancora una volta che il dato personale di Venezia è stato più che rassicurante il Pd, se non vuole rischiare, non può sbagliare la candidatura rosa. Se la sbaglia rischia il seggio. Per la cronaca i 14.707 voti di lista assicurarono il secondo seggio e non il primo.

Infine l’aspetto da tenere più in considerazione che per la verità non è piacevole sottolineare e che non avrebbe dovuto esistere. In molti Comuni, se non in tutti, in ossequio a strategie più o meno limpide hanno votato non solo iscritti e simpatizzanti, chi è o si sente piddino, ma anche coloro che alle regionali difficilmente voteranno Pd. In percentuale questo fenomeno, non proprio lineare, quanto ha influito sul dato finale e quanto influirà sul responso, importantissimo, del prossimo autunno?

In ogni caso il successo personale di Fabio Venezia è stato oltremodo significativo e lo pone fra gli aspiranti più competitivi al seggio dell’Ars.