Apprendo con sgomento e tristezza di intimidazioni a mezzo social da parte di parenti di un mafioso nei confronti del mio amico (principalmente amico) e collega Josè Trovato. Fare il cronista di fatti di mafia, anche se talvolta ci si limita a riportare fedelmente, per dovere e diritto di cronaca, i fatti medesimi, facendo i nomi dei criminali, significa lottare contro la mafia, che è sempre stata e rimane una sporca montagna di merda. E questo Josè lo ha fatto e lo continua a fare con onore, ma non con l’onore schifoso degli uomini cosiddetti di onore che hanno elevato questo termine, scusate il gioco di parole, a disonore di questa terra. Bene ha fatto Josè a denunciare all’Autoritá Giudiziaria costoro.

Anche chi scriveva tanti anni fa, si limitò a fare il proprio dovere riportando le dichiarazioni di un procuratore della repubblica, il quale affermava che la mafia ingeriva negli appalti della provincia di Enna e per questo fu isolato e marginalizzato. Non cadiamo nello stesso errore, facciamo cordone attorno a Josè Trovato e gridiamo il nostro no a questa psicopatologia che ancora affligge il nostro territorio, e che mira ad elevare a livelli di “rispetto” coloro I quali nei gangli della nostra società, utilizzano questi metodi, prevaricanti, omertosi e umilianti nei confronti di chi, come Josè Trovato, fa con coscienza il proprio lavoro.
Mario Antonio Pagaria