Direttore Iudica,

vorrei pregarla, senza troppi preamboli e con questa brevissima nota, perché non voglio tediarla oltremodo, di non inviarmi più alcuna sua missiva, perché io e lei non abbiamo più nulla da dirci.

In realtà non avremmo avuto più nulla da dirci da tanto tempo a questa parte, ma il mio amore per la comunità in diverse occasioni mi ha indotto a seppellire l’ascia di guerra e cercare un dialogo.

Dialogo che ho provato ad istaurare in varie occasione chiedendole soluzioni per l’ospedale di Leonforte, ma le uniche risposte che ho avuto rimandavano a fantasiose rimodulazioni del nostro ospedale lontane da quel Decreto Assessoriale che lei si ostina a non volere applicare perché intento nel volerlo chiudere e solo nel volerlo chiudere.

Ci risparmi, direttore Iudica, dopo oltre tre anni di assoluta inerzia da parte sua e dei suoi più stretti collaboratori, il fumo che imperterrito, ad ogni contestazione, getta nei nostri occhi;

ci risparmi le sue continue prese in giro, ci risparmi la solita solfa che da quando c’è questa direzione l’ospedale di Leonforte si trova in condizione migliori, perché non è così, perché è sotto gli occhi di tutti che il Ferro Branciforti Capra attraversa una lenta, non così tanto lenta, inesorabile agonia.

Al contrario, lei ha ereditato dal suo predecessore, il Dott. Salina, una situazione migliore di quella di oggi; lei ha, dunque, peggiorato le sorti del nostro ospedale.

Perché prima la radiologia era funzionante h24, oggi nelle ore notturne solo con la tele radiologia, il che impedisce di utilizzare la TAC, dacché obsoleta;

perché non ci sono più anestesisti al servizio del Pronto Soccorso, rendendolo pericoloso per i medici che vi operano e per i pazienti;

perché la medicina è accorpata alla riabilitazione e sono stati soppressi diversi posti letto;

perché non viene nominato un direttore della riabilitazione; perché i pazienti che hanno necessità della riabilitazione non vengono ricoverati a Leonforte, ma altrove;

a proposito di TAC, che fine ha fatto la nuova TAC? Gli atti di gara, guarda caso, sono stati impugnati e noi attendiamo da tre anni.

E nel frattempo, nel nostro ospedale, soprattutto la notte, non possono essere diagnosticati ictus e altre patologie che necessitano della TAC.

Nel nostro ospedale si rischia di morire.

Abbiate il coraggio, tutti quanti, di dirlo e poi di farlo: CHIUDETELO.

Non scriva lettere; abbia, invece, la dignità di tacere.

 

Carmelo Barbera