Il Ministero della Cultura, nei giorni scorsi, ha provveduto a ripartire 1,8 miliardi di euro destinati a investimenti per il miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei, per l’attrattività dei borghi; per la valorizzazione dei parchi e giardini storici, per l’adeguamento sismico e messa in sicurezza di luoghi di culto, torri e campanili e per il restauro di chiese del patrimonio del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno.
In Sicilia valgono 190 milioni circa i progetti ammessi e di questi 15 milioni sono per interventi nell’ennese.
Per la linea “attrattività dei borghi” l’unico progetto riguarda Assoro con 1,6 milioni.
Nessun progetto ammesso per la linea “parchi e giardini storici” né per la linea “Migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei”
Tutti gli altri progetti finanziati sono per la linea “Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di Culto e siti di ricovero per le opere d’arte (Recovery Art)” e riguardano i comuni di Agira, AidoneBarrafranca, Centuripe, Cerami, Enna, Nicosia, Piazza Armerina con ben 4 progetti, Regalbuto, Troina che ha il finanziamento più rilevante (2, 4 milioni) e infine Valguarnera Caropepe.
Sabrina Burgarello – Ance Enna: “Ci lascia l’amaro in bocca vedere che alcuni Comuni non hanno messo in campo progetti, ma accogliamo con soddisfazione questa prima tornata di finanziamenti del PNRR. Ora auspichiamo che le istituzioni si adoperino per garantire massima trasparenza nelle procedure di affidamento, anche per sfatare il primato che  alcuni media hanno assegnato alla provincia di Enna come quella a più alto rischio di corruzione”.
Il riferimento è ai dati che ANAC ha reso noto attraverso il suo sito “Misura la corruzione” , che ha stimato, attraverso indici su base scientifica, il rischio corruzione delle provincie italiane, e da cui si evincerebbe che al primo posto della classifica, che prende in esame 106 province, c’è Enna, seguita da Crotone e Palermo.
Sabrina Burgarello: “Leggendo nelle varie griglie abbiamo constatato che Enna deve questo primato tendenziale proprio all’utilizzo abnorme delle procedure negoziate nelle gare d’appalto ed alla concentrazione di aggiudicatari tra imprese del comune che ha bandito la gara. Da tempo sosteniamo che le procedure negoziate limitano fortemente la trasparenza delle gare e penalizzano le imprese che non vogliono amici nelle stazioni appaltanti ma amministratori corretti e interessati a fare bene le opere. Auspichiamo che le amministrazioni locali adottino tutte le norme a garanzia della trasparenza delle gare.”