“Da più di dieci anni andiamo sempre più indietro, per tutti i dipendenti degli Enti Locali oggi si è siglata l’ennesima sconfitta. Ci sono comparti più penalizzati rispetto agli altri, quello degli enti locali è sicuramente uno dei più bistrattati, dove il potere di acquisto della retribuzione è indubbiamente diminuito”. E’ quanto denuncia un comunicato della segreteria nazionale UGL Autonomie.

“Gli stipendi nella Pubblica amministrazione in dieci anni sono aumentati del 21% che non si adegua minimamente all’aumento dei prezzi che oggi raggiungono livelli record mettendo in ginocchio le famiglie. Nel 2022, per le coppie con due figli, l’inflazione comporterà un aumento del costo della vita di circa €1.400 – prosegue la nota. Questo contratto rappresenta la sconfitta del confronto sindacale, l’Aran ha dettato le proposte a CGIL CISL e UIL che hanno approvato senza battere ciglio. Il 31 luglio del 1992 viene sottoscritta l’abrogazione della scala mobile in cambio della concertazione e dopo 30 anni il nuovo Ccnl degli enti locali porta un aumento retributivo medio al di sotto del 5% mentre il costo della vita arriva al 7.8% solo nell’ultimo anno”.

“Ci chiediamo, come UGL Autonomie, se chi si è seduto al tavolo di contrattazione si è chiesto come far sì che all’interno della stessa famiglia degli enti locali non ci fossero “figli” e “figliastri”. Tra tante lacune quanto firmato non ci piace perché non dà alcuna risposta adeguata alla Polizia Locale. Lavoratori che durante la pandemia sono stati in prima linea che, sono in prima linea sempre con un lavoro di prossimità indispensabile. L’indennità servizio esterno viene lasciata alla discrezionalità dei bilanci delle singole amministrazioni tra un ridicolo minimo di 1 euro fino ai 15 euro al giorno che resterà per troppi una chimera.

“Ancora una volta non si definisce un sostanziale incremento dell’indennità di vigilanza e mai che mai l’attribuzione dell’indennità di P.S., nonostante oramai la Polizia Locale è richiamata in compiti di sicurezza urbana al pari delle altre Forze dell’ordine. Il nuovo CCNL resta miope, se non cieco, alle nuove e future esigenze del personale in considerazione delle continue riforme pensionistiche che prolungano il servizio fino a quasi i 70 anni. –  C’è bisogno di nuove tutele per il personale over 60 rispetto all’orario di lavoro, ai riposi e ferie, alla malattia, ai turni disagiati serali e notturni”.

“Una riflessione sul tavolo di trattativa andava fatta anche sui giovani che guardano con diffidenza il lavoro pubblico e maggiormente quello negli enti locali. I concorsi deserti sono un campanello di allarme; ma come facciamo a convincerli ad abbracciare un troppo spesso oggetto di umilianti battute? E’ stato azzerato il famoso “orgoglio di appartenenza alla P.A.” che costruisce processi motivanti e alimenta le competenze, a questo si aggiunge un Ccnl con aumenti stipendiali ridicoli che non tengono conto del caro vita e il piatto amaro è servito”.