di Giuseppe De Carli

Nicosia. Nell’agiografica classica, San Felice (5-11-1705 — 31-5-1787), compatrono della città, amava accompagnare il proprio pellegrinaggio terreno con la frase Sia per l’amor di Dio, nella quale è raccolta la cifra umana ed allo stesso soprannaturale del Frate Cappuccino nicosiano. L’umiltà e la disponibilità ad aiutare le persone in diffoltà, fossero carcerati o bambini o infermi, accogliendo ed accettando con mite carattere difficoltà o angherie, in una parola, vivendo lo spirito del Vangelo con amorevole dedizione. Si definì u sciccareddu proprio per sottolineare quanto la sua persona dovesse essere sempre in secondo piano rispetto ai bisogni del prossimo. Non deve dunque stupire se i suoi concittadini, da 235 dalla sua morte ancora lo venerano come protettore della città. Nel 2005 Papa Benedetto XVI lo canonizzò proclamandolo “santo” grazie a due miracoli provati, ma la figura del mite Frate Cappuccino era già stata riconosciuta in occasione della beatificazione operata da Papa Leone XIII.

Abbiamo raccolto dall’attuale Guardiano del convento Frate Salvatore Russo alcune impressioni legate all’attualità del messaggio di San Felice.

Padre, la figura di San Felice oggi è un dono per tutti noi, soprattutto considerando il livello di conflittualità che permea il mondo attuale. Quali spunti ci offre nella vita di tutti i giorni?

In una biografia di San Felice viene riportato il seguente particolare episodio. Un giorno, in un tratto della strada poco distante dal convento, vide che due uomini stavano litigando armati di coltello e, mentre la gente stava a guardare come se fosse uno spettacolo, lui si mise in gionocchio e rivolse al Singore la sua preghiera perché quei due litiganti facessero pace. E così avvenne! Tutti quelli che prima stavano a guardare come spettatori, nel vedere Frate Felice in preghiera, ebbero uno sguardo nuovo: quello della meraviglia.

Il mondo attuale, come il mondo dei secoli passati, ha sempre bisogno di trovare il coraggio di costruire la pace ancor più del coraggio che mette in campo per accendere guerre.

La fede profonda lo fece attendere parecchi anni prima di coronare il suo sogno di diventare Frate Cappuccino. È un insegnamento eccezionale per chi si lascia vincere, spesso troppo presto, dalle difficoltà della vita. Potremmo dire che si tratta di un modello di vita ancora attuale?

Certamente per Filippo Giacomo Amoroso, questo era il nome di anagrafico di Frate Felice, avere più volte chiesto di potere entrare in convento, nonostante le tante volte che gli era stato detto di no, fu possibile per la profonda consapevolezza di essere stato chiamato dal Signore a seguire la via che era stata indicata attraverso San Francesco d’Assisi. In questo possiamo vedere un modello di vita ancora attuale, là dove si è mossi interiormente dalla chiamata e dalla luce del Singore.

La città di Nicosia è particolarmente legata a questo Santo. Anche le giovani generazioni traggono giovamento da questa figura nonostante le mille distrazioni? Il suo messaggio è tutt’ora attuale o merita una interpretazione adeguata ai nuovi tempi che stiamo vivendo?

Nicosia certamente è particolarmente legata a questo Santo. È pur vero però che c’è sempre bisogno che San Felice non sia ridotto a un semplice “elemento decorativo” della città. C’è sempre bisogno che tutte le generazioni, e in particolare i giovani che sono distratti da tante cose, riscoprano costantemente il particolare dono che San Felice è stato ed è per la città tutta.

San Felice dedicava molto tempo alla preghiera, ma soprattutto applicava il Vangelo sulla propria carne. Possiamo dire che qui sta tutta la “cifra” di questa santa figura?

San Felice non sapeve né leggere né scrivere. Qualcuno, in senso positivo, lo ha definito “Il Santo senza parole”. Questo ci fa capire che lui era pronto all’ascolto-obbedienza ed era pronto a rendere visibile con il suo umile agire ciò che ascoltava. La preghiera e la vita di San Felice certamente sono manifestazione della sua vita in sintonia con il Vangelo.

Dopo essere stati rinfrancati dalle parole di Frate Salvatore, ci immergiamo nell’attualità della Festa che si svolgerà il 28 agosto e che vedrà, ancora una volta, la presenza di Poste Italiane al fianco del Convento dei Frati Minori Cappuccini per la realizzazione di uno speciale annullo filatelico.

La tradizione degli annulli per San Felice, numerosi negli anni scorsi, si è interrotta solo negli anni-covid. Dunque riprende un bellissimo appuntamento che permetterà a Nicosia ed al suo illustre Santo di essere ricordato in tutta la Penisola (ricordiamo che l’annullo filatelico è stato pubblicato in questi giorni sul Bollettino dei Servizi Temporanei distribuito in tutta Italia)

Il servizio verrà svolto grazie alla fattiva e consueta dinamicità della Fraternitas San Felice e con la preziosa collaborazione del Referente filatelico Salvatore Favara di Poste Italiane, attraverso la realizzazione di un annullo, in formato ovale, il cui bozzetto riproduce l’icona del Santo.

Completano l’annullo le scritte “Festeggiamenti in onore di San Felice da Nicosia” e “Compatrono della Città”.

La filiale di Enna di Poste Italiane attiverà un servizio postale temporaneo il giorno 28 agosto dalle ore 9 alle ore 13, presso il Palazzo di Città sito in Piazza Garibaldi. Per l’occasione verrà proposta una cartolina realizzata dal filatelico nicosiano Santino Di Costa (componente anche della Fraternitas), che potrà essere obliterata con il citato annullo. Lo stesso sarà poi disponibile per i successivi 60 giorni sempre presso la Sportello Filatelico di Enna, Via Alessandro Volta, e successivamente sarà conservato presso il Museo di Storia Postale di Roma.

Il messaggio di pace che suggerisce la vita intensa e caritativa di San Felice viaggerà dunque attraverso una cartolina filatelica, perché il domani di tutti sia più sereno e dedito al prossimo.