Enna. Era imputato per truffa aggravata, falso in atto pubblico e rilascio di dichiarazioni mendaci in concorso, perché la Procura lo riteneva coinvolto, al pari del suo “utente” e di un operatore, nella presunta “pratica fraudolenta” che portò a una percezione indebita di aiuti comunitari a un’azienda agricola, per circa 80 mila euro. Ma le indagini difensive lo hanno totalmente scagionato e ora l’imputato, il responsabile di una sede CAA della provincia di Enna, è stato prosciolto con formula già all’udienza preliminare. Per lui il giudice ha emesso sentenza di non luogo a procedere, non accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio che era stata formulata dall’organo requirente; e rinviando a giudizio invece operatore e utente.

La sentenza è stata emessa dal Gup Ornella Maimone, alla scorta di quanto emerso dalle indagini difensive compiute dal difensore del responsabile CAA, l’avvocato Ilaria Maimonte. Indagini che hanno smontato la tesi accusatoria. Il CAA, secondo quanto è emerso, si era occupato dell’inoltro di svariate “Domande Uniche di Pagamento”; e il giudice ha distinto le posizioni del percettore del contributo e dell’operatore del CAA, da una parte, e del responsaibile dell’ufficio dall’altra. Secondo fonti di difesa, dalle indagini difensive è emerso che il responsabile “non poteva dirsi in nessun modo coinvolto con l’iter generativo delle domande”, e così, considerato che la responsabilità penale è individuale, a lui non si poteva attribuire alcun tipo di colpevolezza.
“Siamo molto soddisfatti dell’emissione della sentenza di non luogo a procedere – afferma l’avvocato Maimonte – che peraltro è stata emessa con la più ampia formula assolutoria. Le indagini difensive espletate sono state minuziose e dettagliate e hanno consentito di dimostrare la assoluta estraneità del mio assistito alle vicende contestate”.