Fu un ingegnere francese, certo Cagniard de La Tour, che nel 1819 ideò e nomò la sirena, prendendo in prestito  il nome dalla mitologia greca. Il suono di questo apparecchio suscitò paura mista ad ansia anche quel pomeriggio  quando l’ambulanza imboccò veloce la strada da Leonforte per Enna. “Quando si va”, raccontava un infermiere, “è l’adrenalina che la fa da padrona. Devi fare presto, non devi avere intoppi, e la vigilanza sul tuo paziente  è massima. Come forte è anche la speranza di potere essere utili. Quando invece si torna, lo stato d’animo è vario “. Tristissimo fu quello  di quel giorno.  Ma questa volta la tristezza era mescolata alla rabbia. Quando arriva  un signore in pronto soccorso con un sospetto ictus in qualsiasi vero ospedale, nel 2022 si chiama l’anestesista rianimatore per eventuali complicanze  (vedi intubazione) e si fa subito una TAC. Dopo si decide  il da farsi.

Ebbene a Leonforte quel pomeriggio  il radiologo non c’era e neanche il rianimatore.. “Burla del destino”, potrebbe dire qualcuno. No, a Leonforte  è stabilito che nei pomeriggi , durante la notte e nei festivi, il radiologo è quasi sempre assente mentre il rianimatore… non è previsto ! Lo ha deciso l’Azienda Sanitaria Provinciale.. A questo punto la fredda e gelida prassi volle che il nostro  paziente, con un  forte sospetto di ictus, venisse  accompagnato in ambulanza all’ospedale  di Enna  senza rianimatore per 22 lunghi  chilometri di curve e dossi, per fare una TAC. Qui l’esito non fu favorevole.   Mestamente la nostra ambulanza riprese la via del tortuoso ritorno, forse con la sirena spenta… Giudicare ciò che è successo  non è semplice. Ma prima di farlo, il nostro infermiere  ci racconta che qualche settimana prima  un giovane  signore si presentava al Pronto Soccorso con un quadro clinico molto simile. Identica trafila: radiologo assente, anestesista assente, ambulanza, Enna, TAC, ritorno, sirena spenta…

A questo punto c’è qualcosa che non torna. Si prova a chiedere lumi al nostro infermiere. Preferisce non parlare.  Si chiede ai medici del P.S.: ”è  buona ed educata norma aziendale non dare giudizi sulle carenze ospedaliere”. Ed allora proviamo noi a fare quattro conti. A Leonforte sino a prova contraria esiste un ospedale con un Pronto Soccorso. Ebbene, è umanamente ed eticamente possibile rischiare di morire perché non si può fare una TAC e perché non c’è il rianimatore?  E’ onesto inoltre addossare ai medici in turno compiti e responsabilità  che non appartengono a loro, fatta salva l’emergenza o l’imprevedibilità? Scriveva Indro Montanelli: “Oggi manca la capacità di indignazione. Spesso si dice che l’opinione pubblica è indignata. E magari è anche vero: al mattino. Alla sera siamo tutti a guardare la partita!”

E l’ambulanza va, con la sirena spenta.

Il Tavachino