di Savatore Agati

Da quasi due mesi, dall’alba all’imbrunire, i proprietari dei fondi ricadenti nei  Comuni di Castel di Iudica, Ramacca e Raddusa continuano a seminare il grano. In lontananza si vedono le seminatrici agganciati ai trattori che solcano gli estesi campi mettendo sotto terra i semi, che in seguito al completamento del ciclo di sviluppo del frumento (suddiviso in cinque fasi fenologiche: germinazione, accestimento, levatura, fioritura e maturazione), tra la fine di maggio ed i primi giorni del prossimo giugno, le bionde spighe, ritte sui loro lunghi steli, già piene di chicchi potranno essere raccolti dalle mietitrebbiatrici. Da sottolineare che buona parte del quantitativo del prezioso cereale che si produce nella provincia etnea viene ricavato nel triangolo dei Comuni di Castel di Iudica, Ramacca e Raddusa, importanti centri agricoli del Calatino–Sud Simeto.

L’esperto imprenditore agricolo Vincenzo Grassia, membro della Giunta esecutiva della Cia (Confederazione italiana agricoltori) per la Sicilia orientale, nonché presidente per la Regione Sicilia della Gie (Gruppo interessi economici) per la cerealicoltura e presidente del consorzio agrario Sicil Cereal, ha sottolineato: <<Chi sceglie di fare agricoltura e soprattutto fare cerealicoltura, sceglie di fare un’attività piena di incognite e di difficoltà, perché non ha a che fare con un datore di lavoro a cui può rappresentare le sue difficoltà, ma al contrario ha a che fare con dei fenomeni della natura a cui deve adeguarsi ed accettare quello che ne consegue.

Questi fenomeni si chiamano terra e cielo. Sono due fenomeni incontrollabili, soprattutto il secondo, che ti costringono a lavorare in previsione degli eventi calamitosi e succede che quanto serve la pioggia arriva il sole e viceversa, quanto serve il vento (a maggio) arriva lo scirocco, per non parlare delle alluvioni e della ricorrente siccità>>. Ha continuato la più alta carica siciliana della Gie per la cerealicoltura: <<Quanto alla fine sei arrivato ad avere un raccolto in mezzo a tante difficoltà, purtroppo, emergono tutte le speculazioni di mercato scatenati dalla globalizzazione e dalle importazioni selvagge, che vanno a condizionare il prezzo del prodotto.

Quest’anno il prezzo era lievitato, ma nel contempo si sono scatenati aumenti promossi dalla speculazione (prima della guerra), che hanno determinato prezzi spropositati delle materie prime fino al 300% (concimi, gasolio, ecc.). E’ un tema troppo complesso per poterlo spiegare in questa occasione, se fosse necessario potremmo farlo in futuro>>. Ha concluso la massima espressione del consorzio agrario Sicil Cereal, Vincenzo Grassia: <<La  persona quanto sceglie di fare agricoltura, ed in particolare la cerealicoltura, lo fa perché ha una missione tramandata dai suoi genitori e avi>>. (Nella foto: l’imprenditore agricolo Vincenzo Grassia nel suo podere durante la semina del grano).