“I siciliani non vorranno mai migliorare, per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria”. Così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa  circa un secolo addietro. “Mai profezia fu più vera”, viene spontaneo pensare mentre si snocciola la 33°  indagine sulla Qualità  della Vita del Sole 24 Ore.

Su  una classifica  di 107 province, dove  Bologna è  al primo posto  con la medaglia d’oro e Crotone al 107° ,  quelle siciliane sono collocate tutte  sotto  quota  84° mentre  la nostra  Enna  è ben  salda  alla 100° posizione. Nel 2002  la provincia dei laghi  era     sessantottesima ed oggi,  rispetto allo scorso anno, perde ben 8 punti.   Ha tutte   le carte in regola per  uscire l’anno prossimo dal…campionato. In venti anni è precipitata in fondo al burrone. Per la durata delle cause civili ci collochiamo addirittura  al 103°,   mentre siamo a fine classifica  per l’utilizzo delle piattaforme  digitali nazionali (in testa alla graduatoria spiccano Cremona, Cesena e Lodi.) e per  palestre e piscine.

Un discorso a parte meritano la cultura e lo sport. Se le piste ciclabili sono pressoché assenti, lo è purtroppo  anche l’offerta culturale (spettacoli)   che ci sprofonda al 104° posto. In tale  deserto compare però qualche piccola oasi: siamo al 20° posto per numero di librerie ed al 3° addirittura  per “Amministratori comunali con meno di 40 anni”. Questi due ultimi parametri  inducono un barlume di speranza.  Su di essi potrebbe fare leva un collettivo moto di ribellione  civile. Piangerci addosso o  dare la responsabilità ai politici di turno serve solo a lavare la nostra coscienza ma non ci farà fare un passo in avanti. Dare spazio ai giovani, favorire e promuovere le loro istanze,  siano esse economiche, culturali, sociali e pur anche politiche, deve essere obbligo di tutti  noi, nessuno escluso.  Sostenere  inoltre qualsiasi iniziativa culturale e scientifica, coinvolgendo tutte le entità, dall’Università Kore  alla più piccola pro loco ; considerare ogni libreria un presidio formidabile  del sapere nel territorio, aderire alle associazioni culturali, partecipare a mostre, a spettacoli, a dibattiti, a concerti, ad eventi sportivi.

La cultura in senso lato fa crescere e maturare il tessuto sociale, lo prepara alle nuove sfide, ne fa sviluppare un indotto che produce ricchezza. Rende inoltre un territorio più gradevole ai flussi turistici e predispone  ad un diffuso senso di civiltà. Solo allora potremo  aspirare a pieno titolo ad avere Enna come Capitale Italiana della Cultura per il 2025 ed a far risorgere  la speranza  di tornare  a casa a tanti giovani  emigrati nel nord del mondo.

Il Tavachino