Cultura, economia, salute e psicologia sono fondamentali per la crescita di una società. Per questo EnnaOra, sito d’informazione che ama tantissimo la cronaca nera, dunque racconti che di positivo non hanno spesso neppure un riflesso lontano, ha deciso di guardare in maniera importante verso queste direzioni. E dopo aver dato vita a una rubrica che racconta l’universo femminile, con la Fidapa di Leonforte, e un angolo di psicologia, grazie alla cordiale disponibilità della dottoressa ennese Barbara Perna, oggi inizia un nuovo spazio dedicato alla letteratura e all’arte dei racconti, sulla scia di altri spazi mai interrotti dalla nostra testata – e che ci auguriamo di riprendere presto – a cura dell’autrice ennese Maria Rosa Emma. Le diamo il benvenuto nelle nostre pagine pubblicando questo suo primo racconto, intitolato “Angoscia”.

 

Angoscia

di Maria Rosa Emma

Una sera d’inverno, Elisa stava guardando la tv, sorseggiando una tisana, da qualche tempo non riusciva ad addormentarsi, era già l’una di notte.

La donna appoggiò la mano sul seno sinistro ed ebbe la sensazione di sentire qualcosa di insolito, come una piccola protuberanza millimetrica, la sua ipocondria ebbe la meglio.

Il medico le aveva consigliato di fare l’autopalpazione ma lei lo faceva ormai in forma maniacale.

La donna presa dal panico andò in camera da letto, voleva a tutti i costi informare repentinamente in marito, nonostante fosse palesemente addormentato, dato che russava come una locomotiva, ma lei con molta determinazione volle comunque svegliarlo: «Amore mio, scusami se ti disturbo, ma devo dirti una cosa importante!».

Il povero marito non era nel pieno delle sue facoltà mentali, dato che dormiva ormai da ore, e quindi disse: «Lasciami dormire».

«È importante, ho un nodulo nel seno!».

«Basta con questa fissa del seno piccolo, dormi e non rompere le scatole», si girò dall’altro lato e ricominciò a russare.

“Stronzo”, strinse tra i denti la moglie.

La poverina rimase nel letto qualche minuto, ma non riusciva proprio a dormire, lui russava profondamente e lei aveva una gran voglia di prenderlo a calci, si rese conto di essere troppo intollerante, quindi si alzò nuovamente per evitare liti notturni.

Tornò in cucina a leggere il libro di Ken Follet che aveva iniziato il giorno prima. Stavolta la lettura conciliò il sonno e fu rapita dolcemente da Morfeo.

L’indomani la donna si recò tempestivamente dal medico curante, gli raccontò l’accaduto, il sospetto divenne certezza, poiché anche il medico toccò il nodulo al seno.

In breve tempo riuscì a fare tutti gli accertamenti del caso e dalla mammografia vene fuori che in effetti c’era qualche problema: «Cara signora devo comunicarle che ha un carcinoma mammario, una formazione di tipo cellulare che cresce in modo anomalo e incontrollato all’interno delle ghiandole mammarie».

«Morirò?» chiese con apprensione la donna mentre una lacrima le rigava il viso.

«Signora, io non ho la sfera di cristallo ma posso dirle che in genere si hanno molte probabilità di sopravvivenza, ma sicuramente dovrà fare la chemio dopo l’intervento».

«Quindi perderò i capelli?».

«Quasi sicuramente ma non si preoccupi, in commercio esistono tante parrucche che sembrano capelli veri».

«Che bello, proverò l’ebrezza di diventare bionda e avrò la fortuna di non dover fare lo shampoo, è una grande fatica con i capelli lunghi!» si sforzò di sorridere perché si accorse che il marito le stringeva con forza la mano e aveva gli occhi lucidi, lei voleva farsi vedere serena, anche se non lo era per niente.

Il medico le sorrise con dolcezza e affermò: «Tra tre settimane faremo l’intervento di mastectomia».

«Mi toglierete tutto il seno?».

«Dovremmo asportarne gran parte purtroppo, ma sicuramente riusciremo a conservare la cute e il complesso areola capezzolo».

Alla donna crollò il mondo addosso, ma cercò di essere forte.

Il marito la strinse forte a sé.

I giorni passavano e la donna veniva divorata dall’ansia.

Il fatidico giorno dell’intervento, era tesa come una corda di violino.

L’intervento andò bene ma dopo qualche giorno, quando lei si guardò allo specchio, quasi svenne, si sentì brutta e mutilata.

La donna spesso si lamentava per il suo seno piccolo ma adesso si era resa conto che la cosa più importante sarebbe stata avere due seni simmetrici a prescindere dalla dimensione.

La verità è che nella vita si apprezza la luce quando c’è buio, si apprezza l’estate quando c’è la pioggia e soprattutto ci si rende conto che la salute è il bene più prezioso quando questa viene meno.

Dopo un paio di settimane venne dimessa, a casa fu ancora peggio perché non riusciva a spogliarsi davanti il marito, non si sentiva per niente attraente, dovette anche fare la chemioterapia perdendo tutti i capelli.

Alberto si alzò dal letto di buon mattino e non trovò la moglie accanto a lui, salì in cucina e la trovò raggomitolata sul divano, sul grembo stringeva un libro.

L’uomo si avvicinò alla moglie e le diede un lieve bacio sulle labbra: «Buongiorno cucciola».

«Buongiorno amore mio».

«Vorrei chiederti scusa, ieri sera, purtroppo dormivo come un ghiro, tu hai iniziato a parlare a raffica come è tuo solito ma io purtroppo ero talmente assonnato che ho capito solo seno, sicuramente volevi parlarmi della tua fissa del seno piccolo, se vuoi puoi farlo l’intervento estetico che desideri tanto, troveremo i soldi non preoccuparti».

«Ma come ieri sera? Stai parlando di tanti mesi fa, prima del tumore, la chemio e…».

«Chemio? Tumore? Ma cosa stai farfugliando gioia?».

La donna si toccò il seno sinistro, era integro: «Sono la persona più felice del mondo, ho il mio bel seno! Era solo un brutto sogno! Stamattina devo uscire, metterò una maglietta molto scollata! esclamò con enfasi».

«Ehi tesoro, hai deciso di farmi ingelosire? Ho un debito con te, ieri sera sono stato poco carino con te e adesso vorrei farmi perdonare, torniamo sotto le coperte!» disse l’uomo con tono ammiccante.