Emanato in tempi record il Decreto Legge n. 11 che ha di fatto sancito la fine delle cessioni dei crediti. Protesta delle Imprese con a capo l’ANCE
 
Sabrina Burgarello – Presidente ANCE Enna “La cosa incredibile è che dopo ben 19 modifiche, alcune delle quali fatte degli stessi ministri di oggi, si continua a dare incertezza, cosa che ovviamente preoccupa il sistema bancario che ha avuto un ruolo centrale nella grande ripresa dell’edilizia degli ultimi 2 anni.”
Il Decreto prevede che per tutti i nuovi interventi Superbonus 90% sia possibile solo la detrazione diretta da parte dei privati beneficiari. Prevede anche che per i bonus diversi dal Superbonus sia vietata la cessione del credito e lo sconto in fattura, a prescindere dal fatto che gli interventi siano stati già effettuati, siano in corso o ancora di iniziare.
“La cosa più grave è che non solo non si da la possibilità futura di fare nuove iniziative se non con soggetti che possono detrarre direttamente quanto spettante, ma non si mette in campo nessuna soluzione per i crediti relativi a interventi già conclusi o in corso, mettendo a serio rischio decine di migliaia di imprese e i cittadini che ne hanno beneficiato.”
Le stime dell’ANCE indicano in circa 14 miliardi i crediti certificati e la mancanza di soluzioni da parte del governo metterebbe a rischio 25mila imprese in Italia.
“Sono stime prudenziali. Dobbiamo considerare che a fronte di un impegno per 4 anni di circa 60 miliardi, lo stato ne ha incassati circa 98 come ci indicano primarie società di analisi macroeconomiche. Per cui è incomprensibile l’approccio da ghigliottina del governo.”
Relativamente ai crediti già certificati molti enti locali, sensibili ai rischi sociali di eventuali fallimenti, avevano aperto alla possibilità di comprare annualmente i crediti dalle banche così da consentire alle stesse di continuare a acquistare ulteriori crediti. Il decreto appena emanato ha espressamente bloccato questa possibilità.
“Anche questa chance ci è stata tolta e non si comprende la ragione. Gli enti locali spendono già per pagare i tributi che devono, la nostra proposta era di sostituire il pagamento diretto allo stato con acquisti dei crediti in pancia alle banche per poterli compensare. Il fatto che sia stata bloccata ci fa temere che il Governo abbia intenzione di considerare definitivamente morti quei crediti, nei fatti si potrebbe pensare che si stanno tassando le imprese per oltre 1,5 miliardi l’anno per i prossimi 3-4 anni”
I Bonus edilizi sono stati sicuramente i fautori dell’eccezionale aumento del PIL registrato negli ultimi due anni, ma hanno portato con loro anche tante inchieste per presunte frodi che l’hanno minato.
“In realtà le truffe contestate hanno riguardato prevalentemente il bonus facciate e non il superbonus che già nella norma iniziale aveva diversi meccanismi di controllo. Nel superbonus ad oggi i casi sospetti non superano l’1% del volume totale, per cui anche questa idea di giustificare le tante modifiche normative fatte con l’intento di bloccare le frodi è smentita dai fatti.”
“Aspetteremo lunedì per sapere dell’esito dell’incontro che la nostra Presidente nazionale – Federica Brancaccio – avrà con il Ministro Giorgetti per capire come agire, ma se non ci saranno risposte sullo sblocco dei crediti tramite e una apertura almeno ad una cessione alle banche o ai fornitori della filiera sui nuovi interventi, siamo pronti a forme di protesta meno silenziose.” conclude la Presidente Burgarello