di Maria Rosa Emma

Secondo la leggenda, la lancia di Longino dovrebbe essere la reliquia preziosa per la cristianità, ovverosia l’arma con la quale il centurione romano Gaio Cassio Longino trafisse il costato del Cristo sul palo del patibolo, ovviamente tutto ciò crea molto scetticismo ed io per prima lo sono perché pur essendo una fervente e praticante cristiana, dubito molto sulle reliquie sacre.

Tale lancia si trova presso il museo Hofburg di Vienna, è passata di mano in mano da Carlo Magno fino a Hitler.

E’ sempre stata considerata fonte di potere sacro, misura circa cinquanta centimetri, formata da una lama con una zona vuota al centro a cui è legato un chiodo ben saldo.

Tutto ha inizio con il calvario di Gesù, l’evangelista Giovanni, presente alla crocifissione del Cristo è sicuramente attendibile, racconta che durante la crocifissione, a lui non ruppero le gambe al contrario degli altri due condannati, poiché lui era già morto. Un soldato con la lancia gli trafisse il costato e uscirono sangue e acqua, San Giovanni vide e ne diede testimonianza con le sacre scritture, questo è sicuramente attendibile.

La leggenda narra che il soldato si chiamasse Gaio Cassio Longino, sicuramente un nome molto comune per l’epoca, si narra che comandasse una centuria, pare fosse quasi cieco e grazie al sangue fuoriuscito dal costato di Gesù, arrivò negli occhi del centurione e ciò gli fece riacquistare totalmente la vista; questo è un punto di debolezza poiché un ipovedente non potrebbe comandare una centuria, forse ci sarà un fondo di verità ma …

Si narra pure che il Longino studiò con gli apostoli (questa tesi potrebbe avere fondamento) e divenne monaco in Cappadocia (tutto ciò fa acqua da tutte le parti perché il monachesimo cristiano nacque nel 280 in Egitto e nella Siria Orientale, dunque i tempi non coincidono).

Nel corso dei secoli, il fascino di questa reliquia è notevolmente aumentato.

Tutti la desideravano perché era stata a contatto con il sangue di Gesù.

La reliquia passo di mano in mano tra gli imperatori romani: Massimiliano, Costantino, Teodosio, Carlo Martello, Carlo Magno, Ottone l Il Grande, Federico Barbarossa e infine alla famiglia austriaca degli Asburgo che la collocò nel palazzo Hofburg di Vienna fino al 1938.

Si narra che il possessore della lancia di Longino avrebbe nelle sue mani il destino del mondo e in particolare vincerebbe ogni battaglia.

Pare che Hitler vide la suddetta lancia per caso, nel 1912, allorquando cercava di vendere i suoi acquarelli (alquanto brutti) nei caffè di Vienna, forse si stenta a crederci ma all’epoca era poverissimo e a stento riusciva a sfamarsi. Mia nonna lo definirebbe un “Tintu arrinnisciutu”.

Aveva 23 anni quando a causa di un acquazzone, si rifugiò dentro il museo del palazzo Hofburg; girando per le scale, un oggetto attirò la sua attenzione, su un manto di velluto, in bella vista, era esposta la lancia di Longino, in realtà, si tratta di una punta di ferro lunga poco più di cinquanta centimetri, Hitler ne rimase affascinato, ebbe quasi la sindrome di Stendhal, non riusciva a togliere lo sguardo da quell’oggetto, ne rimase affascinato ed ebbe il desiderio di possederla, iniziò a fare ricerche in merito ai poteri magici dell’oggetto desiderato. Stein raccontò che Hitler era convinto di avere un grande destino da compiere, il possesso della lancia sacra poteva essere lo strumento per realizzarlo.

Dovette attendere fino al 1938 allorquando l’Austria entrava a far parte del Terzo Reich e quindi lui entrò trionfalmente nella capitale austriaca che lo aveva visto povero e disperato, forse per lui fu anche una rivincita, chissà…

Nel pomeriggio del 14 marzo 1938 , Hitler entrava accompagnato da Himmler, il capo delle ss (pianificatore e organizzatore dei campi di sterminio) nel palazzo Hofburg, il fuhrer si diresse in gran fretta nella sala dove era custodita la lancia tanto agognata.

Himmler uscì dalla sala lasciando il fuhrer solo con la reliquia e a quando pare rimase per ore in adorazione, completamente immerso nei suoi pensieri deliranti e perversi, era in estasi poiché la lancia finalmente era in suo potere, il suo sogno megalomane e maniacale si era realizzato. La sua mente perversa aveva escogitato un trucco: Borgomastro di Norimberga (la città che aveva ospitato la lancia prima di Vienna), chiese ufficialmente il ritorno della reliquia e la richiesta fu soddisfatta.

Un treno blindato, preparato per il trasferimento, cinque mesi più tardi portò in Germania il prezioso oggetto scortato dalle ss.

Il 30 agosto fu depositato nella chiesa di Santa Caterina per essere esposta al pubblico.

Dopo la guerra gli americani scoprirono che la reliquia era nascosta in un rifugio antiaereo, la riportarono a Vienna, fonti non confermate affermano che il fuhrer si suicidò dopo che gli americani si appropriarono della lancia; ovviamente nessuno saprà mai quanto è attendibile questa storia.

Io sono molto credente ma stento a credere che questa celeberrima lancia sia realmente quella che trafisse Cristo, tra l’altro se non erro esistono altri possibili esemplari della lancia.

A dire il vero, mi sembra quasi impossibile pensare che una comune punta di un’arma, usata da un ignoto soldato romano, di cui non si ha nessuna identità storica certa, abbia potuto varcare più di due millenni, per giungere fino a noi.

Concludendo nella vita bisogna avere dei sogni, ambizioni, ma non bisogna avere la fissa di possedere a tutti i costi un oggetto del desiderio, in tal modo la nostra mente si ostina a pensare in modo ossessivo a quello…

Io non credo nelle reliquie perché spesso non ci sono certezze sull’autenticità.

Mi sono documentata in merito a questa storia perché qualche tempo fa me ne parlò un prete e mi sono incuriosita.