GAGLIANO CASTELFERRATO. La violenza di genere, l’oggettivazione del corpo umano, anche attraverso immagini che lo privano delle caratteristiche proprie di un essere umano. Gli stereotipi. Sono alcuni dei temi trattati questa mattina nell’auditorium Alessio Lo Faro dell’Istituto superiore Rita Levi Montalcini di Gagliano, che fa parte dell’Iis Fortunato Fedele. Al dibattito sono intervenuti il sindaco Salvatore Zappulla, la professoressa Angelica Tempio, responsabile dell’Itba, la psicologa Giusi Vicino, la dottoressa Carmela Murè, direttrice dell’UOC dipendenze patologiche e presidente del Rotary Club di Nicosia, e il vicepresidente Nunzio Costa.

La dottoressa Vicino, nella sua relazione, ha trattato il piano psicologico della violenza di genere, concentrandosi sull’aspetto psicologico e relazionale e trattando il tema dell’oggettivazione, partendo dal presupposto che non si può parlare di violenza in generale se non si mette in evidenza che la violenza la si vive costantemente anche attraverso messaggi che non passano, apparentemente, come violenza ma come “pubblicità”. “Nel momento in cui trasformi la donna in un oggetto la privi di caratteristiche umane e inciti, implicitamente, anche a compiere violenza perché si perde ogni forma di empatia”, ha detto la dottoressa, che ha poi citato il caso di alcuni ristoranti giapponesi dove le pietanze venivano consumate su corpi di donna, ridotti a un vassoio. O il caso di una celebre griffe, che ha ridotto il corpo femminile, il pube della donna, a una “conceria”. “L’oggettivazione è una delle forme di deumanizzazione e come tale priva delle caratteristiche che rendono un umano tale – ha aggiunto -. Ecco perché commettere violenza diventa più facile, perché non hai la percezione di relazionarti con un essere umano ma con un oggetto, pertanto utilizzabile, fruibile, fungibile”.

Il sindaco Zappulla, dal canto suo, ha messo in evidenza le stereotipie. “Sono comportamenti che ci tramandiamo da secoli e che sono divenuti ormai quasi consolidati – ha detto il sindaco – e bisogna evidenziare che anche se l’ottanta per cento delle volte a essere individuata come oggetto è la donna, il 20 per cento riguarda uomini. È proprio una cultura che va demolita e ne va costruita una nuova”. Dal canto suo, la dottoressa Murè ha parlato della volenza in genere, di cosa significa violenza di genere, che non per forza va riferito alle donne ma anche al genere maschile, concentrandosi sull’aspetto psichiatrico. La dottoressa ha presentato il Rotary e le loro attività, come l’importantissima campagna contro l’eradicazione della poliomelite. Il giornalista Josè Trovato, dal canto suo, ha ricostruito il tema dal punto di vista della cronaca, riferendo nello specifico i casi di cui si è occupato nel corso degli anni, ovvero, prevalentemente, femminicidi, crimini contro le donne e maltrattamenti.