di Luana Ninfosi
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’assistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto lo squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”
Diceva così in uno dei suoi scritti Peppino Impastato. Nacque a Cinisi il 5 gennaio 1948, figlio di una famiglia mafiosa. Peppino a seguito della sua lotta alla mafia venne cacciato di casa da suo padre legato ad ambienti malavitosi, sostenuto in silenzio, da sua madre Felicia.
Nel 1976 fu tra i fondatori di Radio Aut, libera e autofinanziata attraverso la quale denunciava con tanto di nomi e cognomi i crimini, delitti e affari mafiosi. Nel 1978 Peppino si candidò nella lista di Democrazia Proletaria per le elezioni comunali ma non ne conobbe il risultato. Fu assassinato dalla mafia, infatti, nella notte tra l’8 ed il 9 maggio.
Dopo la morte partì uno scandaloso depistaggio che portò ad archiviare il caso come un attentato suicida, affermando anche di aver ritrovato una lettera del giovane Peppino in cui spiegava le sue intenzioni. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi lo voteranno, facendolo eleggere simbolicamente al Consiglio Comunale.
La morte di Peppino data la strenua battaglia della madre per trovare la verità non sarebbe rimasta impunita. Sulla vita di Peppino Impastato è stato scritto molto, hanno girato anche il film, fonte d’ispirazione anche per l’omonima canzone “I Cento Passi”