de Il Tavachino

Parafrasando Archimede con la sua leva, potremmo scrivere : “Datemi una tavolozza e vi cambierò il mondo”. Diversi anni addietro il sindaco di Tirana, pittore di professione, avrà pensato la stessa cosa  quando innescò  a Tirana  la Rivoluzione dei Colori . Il triste grigiore della capitale da lì a qualche mese  si sarebbe trasformato in un tripudio di colori. L’effetto non sarebbe stato solo cromatico ma incredibilmente anche politico e sociale. Giovani artisti, collaborati spesso dagli stessi abitanti, iniziarono a pitturare  le facciate degli edifici che erano prevalentemente grigie, rendendole attraenti, simpatiche, allegre e nuove nel panorama urbano. I colori erano accesi, appariscenti, con bruschi accostamenti. Lentamente la gente si accorse di vivere in un ambiente più allegro, stimolante, coinvolgente, variopinto. Quasi per magia il cittadino cominciò ad amare e tutelare la propria strada, il proprio angolo di quartiere.

L’apatia, prodotta da cinquant’anni di bieco  regime comunista, durante il quale ciò che era pubblico nell’immaginario collettivo richiamava  il potere di pochi, la censura, la violenza, si stava trasformando in partecipazione, impegno sociale, gioia.   Edi  Rama  vide giusto. Il suo sogno fu premiato . Divenne primo ministro del “paese delle aquile” e promosse  una rivoluzione sociale ed economica  mai vista.   Analisi psico sociali promosse  da istituti  non albanesi mostrarono che i quartieri “colorati” erano più sicuri ,più vivaci,  più puliti.  Il crimine , si sa, si nutre di degrado.   Il turismo internazionale si accorse del miracolo . Nei quartieri colorati , meta  di curiosi viaggiatori,   nacquero bar, ristoranti , hotel. Fu definita una rivoluzione  a costo zero. Il colore doveva pur essere comprato: invece di acquistare il grigio si comprò… l’arcobaleno.

Leonforte, Corso Umberto Primo, zona alta.   Il muro in cemento armato è inespressivo, abulico. Il suo grigio simboleggia la mediocrità, la mancanza di energia, la tristezza, la timidezza, il compromesso. Il compito di   Mikhail Albano, eclettico talento nostrano della street art,  sarà arduo : dare colore , energia  e passione  al grigio conformismo imperante. La sua arte fresca  e dirompente dovrà essere emulata. La giovane amministrazione comunale lo supporta, e questo è un ottimo viatico. Fa ben sperare  in una variopinta primavera….per tutti.

Creare può fare molto male, ti scortica l’anima. Ma la bellezza di una poesia che celebra i sentimenti o di un dipinto che ritrae l’estasi di un desiderio, ripaga di ogni sofferenza: nulla è paragonabile a un’opera d’arte e alla gioia che ti dà quando la ricevi in dono.”

Ferzan Ozpetec, regista