LEONFORTE – L’edizione numero 41 della Sagra della Pesca di Leonforte si è svolta nel fine settimana 30 settembre 1 ottobre 2023. E’ stato un anno di transizione, ma al tempo stesso di rinascita, dopo l’oblio dell’ultima edizione. Strade affollate di visitatori, poco organizzati ma sorridenti, eventi e kermesse promosse dalle associazioni, un divertente spettacolo finale, sono stati gli ingredienti di una “due giorni”, come si dice in questi casi, all’insegna dell’orgoglio leonfortese.

Il segreto del successo di questa edizione, va detto, è stata la partecipazione, l’apertura all’impegno da parte di tutti, un’impronta fortemente voluta dall’amministrazione del sindaco Piero Livolsi. Sindaco che ha delegato alcuni aspetti operativi al suo vice Adriano Licata e all’assessore all’agricoltura Sebastiano Licciardello, e che, soprattutto, ha mostrato di recepire le richieste provenienti da chi vive la città, come la Pro Loco; o la categoria, come il Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP.

“Serve più ordine e aree tematiche, per evitare che i venditori di formaggio piantino i propri stand accanto alle pesche”. Fatto. “Serve un maggiore coinvolgimento dei giovani”. Fatto, grazie anche alla propensione all’impegno dell’Istituto di istruzione secondaria di Leonforte. “Serve allontanare più possibile chi non c’entra nulla con la Sagra e, se proprio obbligatorio, dar loro delle zone specifiche”. Fatto. “Serve che peschicoltori e venditori non vengano svenati per dover esporre”. Fatto: quest’anno il costo degli stand (luce e suolo pubblico) è stato di poco più della metà dell’anno scorso. Aver ascoltato le proposte e aver fatto della prima riunione operativa una strategia di lavoro, va evidenziato, è stata la mossa vincente.

Ciò che è mancato, ovviamente, è stata una remota programmazione, cosa impossibile considerato che le elezioni si sono svolte a maggio e che, tra insediamenti, commissioni, consigli, conferimenti di deleghe, estate e Premio letterario, l’amministrazione ha potuto cominciare a lavorare al “dossier Sagra” solo pochissimo tempo fa.

Ma, si diceva, il metodo è totalmente nuovo. Il dialogo, che poi è la fonte primaria di ogni partecipazione esterna, ha funzionato. E si è visto.

Un capitolo finale, che desta qualche interrogativo, riguarda la produzione delle pesche, che quest’anno – per via di condizioni climatiche eccezionali conseguenza, anche, dei mutamenti climatici – ha fatto sì che non tutti i frutti giungessero a piena maturazione per l’evento. Le esigenze socio-politiche legate alla promozione del territorio e di una Sagra giunta alla sua quarantunesima edizione, per citare ciò che la rende un evento da salvaguardare e tramandare ai posteri, vanno conciliate con i legittimi interessi degli operatori economici. Che per primi devono capirne l’importanza. Se Leonforte oggi vanta un riconoscimento del marchio IGP lo deve anche a un territorio che in tal senso ha operato unanimemente, supportando l’impegno di chi all’epoca era in prima linea, come l’avvocato Carmelo Salamone. Un territorio a cui oggi, chi produce le pesche e gli esponenti del Consorzio di tutela, presieduto da Nik Di Stefano , non deve smettere di guardare. E siamo certi che sarà così anche in futuro.