di Francesca Maria Germanà

L’atmosfera era quella dell’Arcadia, ieri, nel parco che separa i due edifici del Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Agira. Natura e letteratura insieme, in un sodalizio ancora vincente. Su muretti separatori, gradini, sedie in sostituzione dei ruderi dell’antica Roma, hanno preso posto la dirigente scolastica Maria Concetta Messina, i docenti, le alunne e gli alunni dell’istituto, circondati dall’ombra di un grande noce.

Motivo della chiamata a raccolta, la festa dell’albero con annessa piantumazione di nuove piante. Muniti di zappa, terriccio e acqua gli alunni delle due classi prime, accompagnati dai compagni delle quinte classi, hanno scelto il luogo più adatto e sicuro a cui affidare i germogli pieni di vita. Quindi è entrata in scena la letteratura, con la lettura di brani in francese, inglese, spagnolo e tedesco di autori, che in epoche diverse, hanno avuto a cuore il rispetto e la salvaguardia della natura. E poi è arrivata la voce di uno dei più grandi scrittori italiani, di cui pochi giorni fa, è stato celebrato il centenario della nascita, Italo Calvino. Sono stati scelti brani da Le città invisibili e Marcovaldo, letti con enfasi da alunne appartenenti alle diverse classi del liceo, dalle prime alle quinte.

Le loro interpretazioni coinvolgenti hanno trasmesso agli astanti le immagini chiare e incontrovertibili di quanto  Calvino vedeva e denunciava negli anni della speculazione edilizia (che è anche il titolo di un suo racconto) e della conseguente  cementificazione ai danni della natura. E i più giovani capiscono che anche nelle generazioni passate che essi spesso accusano di averli privati del futuro, qualcuno si batteva per loro. Ma ecco che la sottolineatura della preside a questo punto si fa importante, rivolgendosi agli alunni dice: “se non volete che qualcuno in futuro vi accusi di non aver fatto abbastanza a difesa della natura, non dovete più rinviare il vostro impegno sociale, bensì attuarlo oggi, nel presente, facendo valere i vostri diritti, quando pensate che essi vengano lesi”.

Nel silenzio dell’atmosfera arcadica venutasi a creare nel parco dove ancora resistono alcuni alberi, sfuggiti a esigenze edilizie di qualsivoglia natura, sembra quasi che si aggiri tra le folte chiome, passando dal noce al cipresso ornamentale, al pistacchio Cosimo Piovasco di Rondò, con in mano i suoi libri e col sorriso soddisfatto di chi ha preso la decisione di troncare con le cose del passato che non gli piacevano e che non è più tornato indietro, scegliendo di vivere in Arcadia, insieme ai libri e alla natura.