di Paolo Di Marco

ENNA – Quale sarebbe stato il volto e l’offerta della città qualora non avesse perso, negli anni o meglio nei decenni, le tante occasioni per un rinnovato e compiacente loock e di crescita? A fare una brevissima ricognizione di quanto rimane incessantemente cantiere dopo anche 50 anni dalla posa della prima pietra c’è da rimanere senz’altro basiti. Apre la per niente gioiosa lista l’ormai preistorico palazzone pergusino del Ciss, da sempre, candidato a fare tutto ma che nel concreto non è mai stato utilizzato per lo straccio di un’attività. È stato ribattezzato, questo si, a Fai da te per i lavori di piccola edilizia. A tenere bella compagnia la Panoramica ritenuta da tutti una strada più che necessaria per la città ma ancora oggi dopo 14 anni dal primo crollo e malgrado i soldi nel cassetto non è in attività neppure il cantiere.

A seguire nella fiera dello spreco il gran caseggiato dell’ex ospedale Umberto I° di Enna alta, di proprietà dell’Asp 4 e quindi della Regione, nei cui locali potrebbero trovare posto tutti gli Uffici regionali che oggi sono in affitto e offrire spazi ad altri Uffici pubblici, scuole, università e via dicendo. E invece da anni e anni i cancelli sono sbarrati per impedirne l’utilizzo se si esclude un timidissimo impiego di alcune aree. Sarebbe interessante conoscere quanto spende la Regione in affitti, potrebbe risparmiare e quanto potrebbe incassare dalle possibili locazioni. E poi l’elenco va avanti con scuole chiuse, senza contare la gran struttura dell’ex Banca d’Italia con il vertice nazionale che non sa più chi invitare come possibili compratori.

Chiuso pure in via Trieste l’ex sede dell’Inpdap. Se da una parte vengono mantenuti locali in balia di topi, ragni e colombi dall’altra ci sono dirigenti di Uffici pubblici che devono fare i conti quotidianamente con sedi precarie e che aspettano nuovi spazi come manna. Ad Enna sono stati persi uffici e servizi anche per mancanza di locali. Girando pagina si passa dalle occasioni perse alle grandi illusioni. In pole position non può che esserci il collegamento Enna alta Enna bassa che poco più di dieci anni fa sembrava cosa fatta con un primo finanziamento di 30 milioni di euro già pronti per essere spesi. Bisognava solo decidersi quale progetto attivare. E invece nulla.

La strada esistente continua a risalire all’età della pietra e i 30 milioni pare si siano persi fra una ripresa e l’altra nelle scene di un set cinematografico. Ancora più emblematica la vicenda del palasport. Premesso che Enna è l’unico capoluogo di provincia siciliano a non avere una struttura di tal genere, quando il progetto era stato completato, stiamo parlando di circa 30 anni fa, e il finanziamento pronto per essere intascato un gruppo di cittadini insorse perchè nella stessa area andava realizzato il parco urbano.

Raccolte di firme, consigli comunali, manifestazioni determinarono che il parco doveva sorgere e il palasport spostato. Ebbene ad oggi Enna, malgrado la gran quantità di rassicurazioni, non ha né palasport né parco urbano. È un po’ la stessa cosa che sta succedendo a Pergusa dove sostenitori della riserva e sostenitori dell’autodromo per anni si sono beccati anche di nascosto. Il risultato è ampiamente negativo. L’autodromo sopravvive per una sorte di accanimento terapeutico e la riserva è praticamente dimenticata non vedendo mai una briciola di organizzazione coniugata con un becco di un quattrino da spendere.

Risalendo nella parte alta della città due grandi, immensi monumenti piangono disperati lacrime di sangue: il Castello di Lombardia e la Torre di Federico. Oltre cinquanta anni fa il primo era conosciuto dall’Italia intera per custodire dentro di se il teatro più vicino alle stelle che proponeva una stagione artistica estiva invidiata anche dall’Arena di Verona. Dopo una campagna di scavi mai completata oggi si porge ai visitatori come un rudere da un passato magnifico ma con un presente che lo sacrifica.

L’antico maniero per la sua insita bellezza malgrado chi ne avrebbe dovuto avere cura è ancora meta preferita per turisti e visitatori. Questi però non sembrano essere graditi considerato che anche i soli ostacoli di ordine viario non vengono rimossi come dovrebbe essere. E la lista potrebbe essere ampliata.