di Paolo Di Marco

Ma qual è l’altra regione in Italia che paga per togliere i propri residenti dall’isolamento? Nessuna solo la Sicilia alla quale non è riconosciuta la continuità territoriale con tutta la nazione. E così per abbattere un poco le gravose, scandalose, umilianti tariffe delle compagnie aeree verso l’Isola a Natale e nei periodi con maggiore afflusso il presidente Schifani ha dovuto aprire i cordoni della borsa e spostare ben 15 milioni di euro su una spesa che la Regione non avrebbe dovuto sostenere.

La dotazione finanziaria dello sconto è di 27,5 milioni di euro. Sono comunque milioni di euro che la Sicilia avrebbe potuto e dovuto investire nel Turismo, nella Sanità o in altri settori. Servono invece per assicurare sconti. Quella del caro voli è una  delle specificazioni più lampanti che l’unità d’Italia è rimasta segregata nei sogni di qualcuno che su di essa magari ci ha lasciato la vita. La decisione di pagare della Regione ha il sapore della mossa tampone anche perchè ristretta a due aeroporti Roma e Milano e tutti gli altri siciliani che vivono a Verona, Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze e via dicendo e via dicendo sono esclusi?

Non è neppure possibile ipotizzare che la Regione aggravi ancora il suo bilancio per pagare nuovi sconti, già questi hanno un sapore infinitamente amaro, sanno di esclusione, emarginazione. Nella vicenda primeggia l’assoluto silenzio del governo nazionale che non prende posizione su una questione fondamentale per l’economia isolana. Infatti le tariffe esosissime di tutte le compagnie non incentivano il turismo verso la Sicilia ma lo spostano verso altre località. Insomma tariffe che segnano il solco tra l’Italia e la Sicilia con i siciliani che devono continuare a pagare l’Italia. Il sacco continua.

Il governo avrebbe dovuto intervenire almeno con l’ex compagnia di bandiera pagata e ripagata dagli italiani e dai siciliani con le tasse e invece proprio essa fallita e rifallita propone i prezzi più alti. Non siamo davanti al problemino del biglietto aereo un po’ caruccio siamo di fronte ad una montagna che oscura ai siciliani la voglia di sentirsi italiani. Che il governo Meloni batta un colpo e lo batta nella direzione giusta non fosse solo perchè la Sicilia ha sostenuto con i numeri la maggioranza di centrodestra.