Lunedì 13 novembre, a partire dalle 9,30, nell’aula magna della Casa del Sorriso di Monreale, in via Baronio Manfredi 27, Ugl aprirà il proprio congresso regionale. Al centro del bersaglio congressuale, secondo il segretario in carica, Giuseppe Messina, “le dinamiche reali e intrinseche del mercato del lavoro, in prospettiva di riforma, non più procrastinabile, degli arrugginiti meccanismi d’entrata”. Il riferimento esplicito di Messina è al mondo della Formazione professionale siciliana, “troppo spesso – dice – legata a dinamiche clientelari e di raccolta del consenso. Ebbene, basta: non si può più sbagliare né tollerare la più piccola deviazione, pena la morte stessa dell’intero settore. In una regione che è in cima alle classifiche per Neet, giovani che né studiano né lavorano e nemmeno cercano, dispersione scolastica e abbandono educativo, fuga di laureati, per la percentuale di occupazione delle donne più bassa, come per gli over 50, una formazione che funziona è strumento in grado di invertire gli indicatori determinanti della decadenza socio-economica”.

Messina individua i ‘buchi’ più recenti ed evidenti di un settore che in Sicilia stenta a cambiare pelle per adeguarsi alle esigenze del mercato del lavoro italiano e globale, additando i ritardi della Regione: “A settembre è entrato in vigore il provvedimento varato dal governo Meloni, che ha sostituito il reddito di cittadinanza, e cioè il Supporto per la formazione e il lavoro. Ovunque è partito il programma Gol, ma non ancora in Sicilia, dove la Formazione è tuttavia anche tanto altro. La Regione – aggiunge il segretario di Ugl Sicilia – ha il dovere di garantire l’offerta formativa a tutto tondo, azzerando procedure amministrative, con tempi certi e continuità nei pagamenti, debellando sul nascere potenziali gestioni clientelari e affaristiche. Ha il dovere, insomma, di garantire continuità dell’offerta formativa rivolta ai minori, agli adulti disoccupati e ai lavoratori per la formazione continua e qualificante attraverso il coinvolgimento dei fondi interprofessionali nazionali. Se guardiamo ai danni inferti dalla politica alla Formazione negli ultimi anni, siamo ancora per certi versi in una situazione di guerra tra chi tenta di acciuffare quote di finanziamento pubblico”.

“E poi c’è il tema della povertà – conclude il dirigente sindacale – che colloca la Sicilia ai primi posti in Europa. La povertà è la sacca che alimenta la criminalità, anche minorile, e i percorsi formativi di Istruzione e Formazione professionale costituiscono uno strumento formidabile. La dispersione si combatte con percorsi triennali e quadriennali per la professionalizzazione di minori, ai quali rilasciare una qualifica spendibile sul mercato del lavoro. Per questo auspichiamo che il governo regionale e l’assessore alla Formazione professionale, Mimmo Turano, stringano con le Scuole dei Mestieri un patto per formazione professionalizzante indirizzata alla preparazione dei minori, soprattutto quelli a rischio sociale, verso il conseguimento di una qualifica per lo sbocco lavorativo nei settori della new economy”.