di Maria Rosa Emma
“Si dice che la sofferenza ci renda più maturi e consapevoli soprattutto più equilibrati, non sempre è così purtroppo, in me si annida una rabbia profonda che mi rende suscettibile e irritabile, chi mi sta attorno evita di provocarmi” . L’autrice non poteva scegliere titolo migliore, azzeccatissimo. Un libro doloroso: nessun genitore vorrebbe essere il protagonista. Narra la storia di un uomo che involontariamente provoca la morte del suo unico figlioletto. Sicuramente sì cadrebbe nell’abisso perché niente sarebbe più come prima.
L’autrice, pur essendo una donna, ha la capacità di calarsi nel protagonista maschile entrando meandri più intimi della mente paterna. La scrittura di Salvina è sempre fluida, mai prolissa, le descrizioni sono sempre ricche e minuziose di particolari che rendono verosimile la storia. Un libro che turba. Una trama che rimarrà indelebile nella mente e nel cuore del lettore.
E poi… quel finale bomba. Insomma: in poche parole, è un libro che non delude di certo il lettore.