di Maria Rosa Emma

Questo romanzo storico rimane impresso nella memoria, ti entra prepotentemente dentro l’anima, non ci si libera facilmente girando l’ultima pagina, fa riflettere, meditare, un libro necessario per la crescita personale del lettore.

La giuria del premio Urbe Partgenicum ha sottolineato come vi “si misurano così con ritmo incalzante le vicende spesso tragiche e le speranze della Sicilia del dopoguerra in una forte tensione partecipata”. E secondo Bellardita del Corriere d’Italia, è un “romanzo che non solo ci sveglia, morde e punge, ma va ben oltre, ci spinge a riflettere, ad aprire una finestra sugli anni cinquanta un inscindibile intreccio di verità e invenzione narrativa che vede coinvolte ideologie, cultura e mentalità diverse”.

In questo straordinario romanzo storico, la scrittrice  descrive con un lessico preciso e concreto. Si ha l’impressione di vedere i luoghi, i personaggi e addirittura i loro volti, chiudendo gli occhi si vedono quasi le immagine di un film. I personaggi diventano quasi amici del lettore, ogni giorno si ha appuntamento con loro e sono guai se non ci si vede un solo giorno. Un sensazionale intreccio tra personaggi reali e di fantasia, si assiste ai loro amori, alle loro gioie, al loro dolore, e ai loro lutti, si gioisce e si piange con loro. Vengono descritti personaggi del nord e del sud, diversi per mentalità e ceto sociale. Questo rende il romanzo corale. Inoltre l’autrice con maestria descrive minuziosamente le usanze dell’epoca.

L’intreccio amoroso descritto nel libro è tratto da una storia vera e lo è anche l’epilogo amoroso (di cui non parleremo: o sarebbe uno spoiler). Il testo parla di un fatto storico importante, la costruzione della diga Ancipa in Sicilia, a Troina in provincia di Enna, un’opera realizzata nel secondo dopoguerra che permise un rilevante sviluppo di Troina e di tutto il versante orientale della Sicilia, purtroppo questa grande opera ha mietuto  parecchie vittime, 11 morti in una delle gallerie ( la quarta finestra). Durante la costrizione della diga vi furono tanti altri incidenti sul lavoro in cui persero la vita cinquanta lavoratori, quello avvenuto alla quarta finestra fu solo uno dei tanti, troppi incidenti che si susseguirono In quegli anni, quello descritto in quest’opera forse il più straziante per le modalità in cui avvenne e per il numero delle vittime.

Agli occhi di un ennese, questo romanzo ha un notevole impatto emotivo, forse aprendo quotidianamente i nostri rubinetti delle nostre comode case dovremmo pensare a quante persone sono morte prima di avere l’acqua corrente, hanno perso la vita ingegneri, geometri operai. In seguito all’incidente della quarta finestra vi fu uno sciopero dei troinesi che rappresentò una rivolta sociale molto importante per l’epoca narrata. L’autrice ha ricostruito minuziosamente gli anni 50, bisogna  elogiarla  perché ha realizzato un romanzo storico avvincente, ben scritto, lo stile è curato, raffinato, elegante, forbito, del resto è il suo modus operandi.
Ammirevole  che l’autrice abbia portato alla luce questo fatto storico tanto importante quanto increscioso, in primis per noi siciliani è importante conoscerlo.

La Vasquez è di origine troinese, ha fatto un lavoro certosino con grande studio, impegno, si è avvalsa pure dei racconti di una sua zia che ha vissuto quegli anni a Troina e quindi le ha fornito parecchie notizie in merito e ha contribuito a dare ancora più veridicità alla storia.

Anna Vasquez affronta sapientemente tanti importanti  argomenti nelle sue opere e noi lettori non possiamo non leggere i suoi capolavori.