di Josè Trovato

LEONFORTE – Un corto circuito. Un fuoco denso che crea anche una coltre di fumo, perfettamente in grado di intossicare e uccidere una persona. E dentro casa, in un appartamento al secondo piano di via Campo Sportivo, una donna priva di sensi. Sono i contorni di una storia che avrebbe assunto i tratti della tragedia, se non fosse stato per due coraggiosi leonfortesi, che si sono sbracciati, sono entrati dentro casa e hanno letteralmente estratto viva una donna priva di sensi.

Ma non sono certo stati gli unici a sbracciarsi: quasi immediatamente sul posto sono giunti anche gli agenti del Commissariato di Leonforte, un poliziotto libero dal servizio e, ovviamente, i Vigili del fuoco. È accaduto l’altro ieri sera. Erano le 19.15 di giovedì. Uno dei due leonfortesi si è accorto del fumo mentre tutto intorno, altri, si limitavano a riprendere la scena con i telefonini. Si è avvicinato e, assieme al suo amico, ha tratto in salvo la donna. Nel frattempo sono stati chiamati i soccorsi.

I due sono riusciti a entrare all’interno dell’abitazione – dove avevano intravisto la donna – perché fortunatamente una porta era rimasta socchiusa. Lei aveva perso i sensi proprio per l’intossicazione dal fumo. È stata portata in ospedale. Secondo quanto appurato dai Vigili del fuoco, l’incendio si sarebbe propagato per un possibile corto circuito.

Decisivo poi l’intervento della polizia e dei pompieri, ovviamente, ma va sottolineato l’intervento encomiabile dei due passanti, che hanno scelto di non girarsi dall’altra parte. Uno dei due, peraltro, è lo stesso operaio leonfortese che nell’aprile di due anni fa, dopo aver rinvenuto un portafogli con 2 mila euro in contanti, lo portò al Commissariato di polizia. Poi gli agenti contattarono il proprietario e glielo riconsegnarono. L’ulteriore lato bello della vicenda, allora, fu il fatto che l’uomo si presentò agli agenti con i suoi due figli, dando al tempo stesso un’impagabile lezione sull’onestà anche ai suoi ragazzi.