Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco di Barrafranca, l’avvocato Giuseppe Lo Monaco, sul tema della disabilità e del riutilizzo dei beni sottratti alla criminalità e, nella fattispecie, alla famiglia dello storico defunto boss Raffaele Bevilacqua.

In questi giorni abbiamo abbiano assistito alla diffusione sui social di falsità, di fandonie, di mistificazioni e di diffamazioni ad opera di soggetti, certamente non disinteressati e adusi alla c. d., cicero pro domo sua, che hanno strumentalmente cercato di far veicolare il messaggio per cui questa Amministrazione non sarebbe vicina ai disabili.

Niente di più falso!!

Fin dal nostro insediamento, stiamo affrontando le molteplici difficoltà ereditate dal nostro Comune. Lo stiamo facendo con dedizione, scrupolo e coscienza, sempre nell’interesse della nostra comunità. Teniamo ben presente la necessità di una sana e trasparente gestione economica delle casse comunali, così come il dovere di garantire diritti e servizi ai nostri concittadini e, specialmente, ai soggetti più fragili.

La gestione responsabile dell’Ente implica anche la corretta amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati al nostro Comune dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.

La nostra priorità è mettere a disposizione della comunità, nel minor tempo possibile, tutti i beni confiscati alla criminalità che ci sono stati assegnati, rispettando le finalità sociali a cui sono stati destinati.

In tale ottica, con deliberazione di Giunta Comunale n. 76 del 22.11.2023 è stata manifestata l’intenzione di utilizzare l’immobile a tre elevazioni fuori terra sito nel viale della Pace, confiscato al boss Bevilacqua, come Centro diurno e Comunità alloggio per disabili, inopportunamente ed illegittimamente concesso in uso per 30 anni dalla Commissione Straordinaria all’A.S.P. di Enna, demandando al Responsabile del II Settore di avviare il procedimento per l’annullamento in autotutela delle relative deliberazioni commissariali. Riteniamo, infatti, che la concessione per 30 anni di siffatto immobile all’A.S.P. di Enna per realizzare una casa della comunità rappresenti un’evidente ingiustizia nei confronti della nostra Comunità per diversi motivi.

In primo luogo, ricordiamo che l’immobile è stato assegnato al comune per scopi “sociali” e non sanitari. Il progetto proposto dall’AS.P. di Enna ha le caratteristiche di un poliambulatorio pubblico che fornisce servizi sanitari alla collettività. È importante sottolineare che l’A.S.P. di Enna dispone già di un poliambulatorio situato nel centro abitato (facilmente accessibile anche a piedi dagli anziani), una struttura già in uso che potrebbe essere potenziata per offrire ulteriori servizi sanitari, evitando così di abbandonare  detto immobile lasciandolo – ragionevolmente –  all’incuria del tempo, come purtroppo accade a molte strutture pubbliche.

In secondo luogo, è bene rammentare che il nostro Comune, che versa in stato di dissesto finanziario, non può assolutamente permettersi, né giuridicamente né moralmente, di concedere e per trent’anni un immobile che potrebbe essere utilizzato per diverse attività sociali, potenziando l’offerta di tali servizi e apportando anche risparmi all’Ente. A quest’ultimo proposito, si ricorda che ogni anno il nostro Comune spende circa 350.000 euro per il ricovero di disabili psichici e circa 30.000 euro per il servizio del Centro diurno.

L’Amministrazione comunale si sta, dunque, muovendo lungo due direttrici: ampliare, da un lato, la platea dei servizi offerti ai disabili (con la realizzazione, oltre che di un centro diurno, anche di una Comunità alloggio per disabili) e conseguire, dall’altro, notevoli risparmi di spesa a carico del bilancio comunale.

E per il perseguimento di tale obiettivo, che definire “storico” è un mero eufemismo,  il Sindaco ha recentemente trasmesso la proposta di deliberazione del 26.12.2023 al Consiglio Comunale per annullare la concessione gratuita per trent’anni dell’immobile confiscato al boss Bevilacqua Raffaele all’A.S.P. di Enna.

E’ un segnale forte e chiaro che l’Amministrazione vuole dare per la gestione dei beni confiscati ai mafiosi, non solo per dimostrare che non v’è alcun timore riverenziale nei confronti di questi ultimi, ma soprattutto per dare un tangibile segnale di vicinanza ai disabili ed alle loro famiglie, che avranno la possibilità di usufruire anche del servizio che verrà erogato dalla Comunità alloggio, evitando lungi viaggi e spese varie per raggiungere altri Comuni, distanti a volte anche oltre 100 km. E’ ovvio che tali servizi verranno affidati ad enti del terzo settore con tutte le professionalità all’uopo previste nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità, economicità così come previsto dal c.d. Codice del Terzo Settore e dalla Legge n. 241/1990 in modo che tutti i disabili possano accedere a tali servizi, che per loro rappresentano un diritto soggettivo perfetto, senza temere ricatti e/o ritorsioni di vario genere.

Chi vuole diffondere e/o veicolare messaggi diversi sappia che per la nostra Amministrazione i soggetti più fragili e più deboli sono e saranno sempre al primo posto della nostra agenda politico-amministrativa e non consentiremo a nessuno di nascondersi dietro i bisogni di questi ultimi e delle loro famiglie o, peggio ancora, di dare lezioni di moralità per finalità eminentemente strumentali o, peggio ancora, di “becera” lotta politica.

Il Sindaco

Avv. Giuseppe Lo Monaco