di Adelina Cavaleri

PIAZZA ARMERINA – E’ accaduto nella notte del 20 gennaio, a Piazza Armerina. Un branco di ragazzi ha preso di mira una donna somala di 38 anni. L’aggressione avvenuta nel centro storico. Dapprima l’hanno avvicinata, poi insultata con epiteti razzisti. Poco dopo sono passati alle violenze vere e proprie, tanto da  fratturarle il setto nasale. La donna ha provato ad allontanare gli aggressori ma era ormai troppo tardi.  L’intervento dei carabinieri è stato repentino. I militari hanno ricostruito la dinamica dell’accaduto individuando subito i vari partecipanti, e tra gli aggressori ci sarebbe anche un minorenne.

I motivi del pestaggio, secondo l’Anpi, sarebbero evidenti. “Quella persona, agli occhi degli aggressori, era doppiamente colpevole – scrive l’associazione, il cui segretario provinciale è Renzo Pintus -. Di essere donna in primo luogo e per giunta di colore: misoginia e razzismo insieme, un cocktail di ignoranza e stupidità.

L’Anpi si interroga sulle ragioni del gesto: “Ma da dove vengono queste pulsioni? Sono germogliate da sé nelle loro piccole teste o sono invece il risultato di una strategia dell’odio e della paura pianificata e promossa dall’alto? Gli istigatori dell’odio e del razzismo non abitano nei piani bassi della società ma nei piani alti della politica. Il disprezzo della donna e degli immigrati, la difesa delle frontiere dall’invasione, lo spauracchio della sostituzione etnica, la costituzione di ronde, più o meno organizzate o spontanee, come sembra essere quella vista tristemente all’opera nelle strade di Piazza Armerina, sono da tempo le logore parole d’ordine e gli slogan delle destre. All’intossicazione della mente e dei cuori rispondiamo ora con una forte mobilitazione delle coscienze”.

L’Anpi, dunque, risponde con una forte mobilitazione che avverrà nei prossimi giorni. Sicuramente ci saranno nuovi risvolti.